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La stella che non dovrebbe esistere

FUTURO - Un gruppo di astronomi italiani, francesi e tedeschi ha scoperto, a quattromila anni-luce di distanza, nel cuore della costellazione del Leone, la stella più antica finora conosciuta. Questa stella nana, situata nella nostra galassia, la Via lattea, è stata osservata grazie al Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio meridionale europeo (Eso), che non si trova in Europa, ma in Cile. La stella, un po' più piccola di un sole e probabilmente risalente a tredici miliardi di anni fa, si distingue per il suo bassissimo tenore in elementi chimici pesanti, che sono quelli sintetizzati dopo il Big Bang. I dati raccolti contraddicono i modelli teorici e gli scenari astrofisici consacrati, e sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature.

Il cielo sopra VLT

NOTIZIE: Gli scienziati del Very Large Telescope (nome piuttosto esplicativo del telescopio che si trova sulle alte vette andine del Cerro Paranal in Cile) hanno realizzato questo: [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=wFpeM3fxJoQ] Quant'è bello? Stephane Guisard and Jose Francisco Salgado hanno raccolto le immagini raccolte nell'arco di alcune giornate e pazientemente le hanno montate. Si vede la volta celeste muoversi maestosamente sopra le quattro cupole di VLT. Il video è stato postato su youtube un paio dio settimane fa, e ha già fatto il giro del mondo. VLT è in Cile ma in realtà fa parte di ESO (European Southern Observatory) la più grande organizzazione per l'osservazione astronomica del nostro (vecchio) continente.

La galassia cresce mangiando

CRONACA - Le galassie spesso si fondono in maniera violenta ad altre galassie. In buona sostanza si scontrano e diventano una sola “cosa” più grande. Così si è sempre creduto crescano le galassie, ma oggi grazie alle osservazioni fatte da un gruppo di astronomi europei con il Very Large Telescope che si trova in Cile, è stato possibile ipotizzare una nuova modalità di crescita, che, se confermata, significherebbe dover riscrivere molte teorie astronomiche attualmente considerate come “dati di fatto”. Pare, infatti, che le galassie crescano non solo aggregandosi ad altre, ma anche “mangiucchiandosi” il gas freddo a loro circostante; una volta ingerito, questo gas viene utilizzato per la formazione di nuove generazioni di stelle.

La galassia ribaltata

NOTIZIE - Elementi leggeri al centro e quelli pesanti tutti intorno: questa è la “fotografia” scattata da un team tutto italiano a tre galassie nella periferia del nostro Universo. Questa osservazione rivoluziona le attuali teorie sull’accrescimento delle galassie. “Fino a oggi si credeva che le galassie massicce dell’Universo primordiale si fossero formate dalla fusione di altre galassie più piccole, e invece l’osservazione dimostra che l’assorbimento di gas può fornire abbastanza combustibile alle galassie per formare nuove stelle e aumentare di massa,” spiega Giovanni Cresci cha ha coordinato il team dell’INAF autore del lavoro che sarà pubblicato su Nature oggi 14 ottobre.