Grazie a un modello matematico, gli scienziati del Fraunhofer-Institut für Werkstoffmechanik IWM migliorano le applicazioni tecnologiche basate sulla “memoria della forma”
Prendi una graffetta, aprila, schiacciala e deformala fino ad avere una specie di gomitolo informe di filo metallico. Ora prendi quel che ne resta e buttala in una bacinella piena d’acqua e stai a guardare: il filo di ferro si srotola, si liscia e ritorna alla forma originale di graffetta. Magia? No. Naturalmente tutto questo non può avvenire con una normale graffetta di ferro, ma alcuni metalli sono davvero in grado di esibire questa che gli scienziati chiamano “memoria della forma”, cioè la capacità di ritornare alla forma originale dopo esser estati deformati attraverso la manipolazione maccanica. Ora gli ingegneri del Fraunhofer-Institut für Werkstoffmechanik IWM in Germania hanno sviluppato un algoritmo matematico in grado di migliorare le conoscenze su questi tipi di materiale.
La memoria della forma è una caratteristica molto utile che viene usata in molte applicazioni tecnologiche: dalle “vele solari” di alcuni satelliti che si dispiegano spontaneamente nello spazio a speciali dispositivi medici, per esempio delle grigliette fatte con tubi metallici che vengono inserite nelle arterie dei pazienti per impedirne l’ostruzione. Per il momento però la comprensione dei meccanismi che regolano questo fenomeno non è ancora compresa del tutto e gli scienziati devono produrre molti prototipi prima di ottenerne uno con le caratteristiche desiderate.
“La simulazione numerica che abbiamo messo a punto offre delle risposte già in partenza,” ha spiegato Dirk Helm project manager all’IMW. L’algoritmo permette di prevedere il comportamento del materiale prima di costruire l’oggetto, decurtando così tempi e costi di produzione. Grazie a questo sistema è stato possibile produrre diversi oggetti, anche un minuscolo forcipe usato per l’endoscopia.