Una nuova mappa di Venere suggerisce che il pianeta in tempi antichissimi era simile al nostro
Oggi assomiglia alla nostra immagine dell’inferno, con temperature che si avvicinano ai 460°C e una densa atmosfera di anidride carbonica, ma all’inizio Venere e la Terra erano praticamente gemelle, nella dimensione e nella geologia. Una nuova mappa ottenuta grazie alle osservazioni di Venus Express, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea, offre interessanti ipotesi sul passato di Venere.
La mappa si basa su oltre un migliaio di immagini e combina i dati sulla temperatura raccolti dallo strumento VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) a bordo di Venus Express e quelli topografici della sonda Magellano della NASA. Grazie al confronto delle temperature (ogni materiale riflette il calore in maniera diversa) sono stati ricostruiti i tipi di roccia che compongono il suolo venusiano, che presenterebbe vaste zone pianeggianti fatte di granito. Questo minerale sulla Terra si forma grazie al movimento delle zolle continentali che spingono le rocce vulcaniche sotto alla crosta continentale dove si combinano all’acqua. Se davvero c’è granito su Venere, allora in tempi antichi su questo desolato pianeta un tempo ci potrebbe essere stata addirittura acqua e attività tettonica, proprio come sulla Terra.
Secondo alcuni scienziati però bisogna essere cauti sulla presenza di granito nel suolo venusiano: VIRTIS infatti non ha misurato le temperature della superficie direttamente, ma le ha dedotte dalla radiazione della bassa atmosfera. Visto che ancora non si comprende completamente come il calore si trasmette nell’atmosfera venusiana, ci potrebbero essere degli errori nell’interpretazione della composizione del suolo. Per comprendere meglio questi dati gli scienziati ora vogliono provare a mandare la sonda più vicina al pianeta e, in futuro, spedire delle sonde che scendano direttamente al suolo per raccogliere campioni di minerale.