Un consorzio internazionale, che vede partecipare anche l’Università di Verona, collaborerà per progettare un sistema di navigazione biologicamente ispirato
“I pesci sono molto efficienti e possono insegnarci un sacco di cose” così commenta Paolo Fiorini, dell’Università di Verona, uno dei partner di “Filose”, un progetto internazionale che sta partendo proprio in questi giorni e che intende mettere a punto un pesce-robot per esplorare i fondali marini bassi, in quelle condizioni dove i sistemi di navigazione tradizionale falliscono.
Ascolta l’intervista integrale di OggiScienza a Paolo Fiorini
Il consorzio che vede collaborare l’Università di Tecnologia di Tallinn in Estonia, l’Università di Verona, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, l’Università di Tecnologia di Riga in Lettonia, e l’Università di Bath in Inghilterra si ispirerà alla biologia dei pesci per sviluppare un prodotto tecnologico di grande versatilità ed efficienza energetica.
Il gruppo di Verona, guidato da Fiorini che è professore associato di Automatica al Dipartimento di Informatica, si occuperà di “simulare” il sistema nervoso del pesce. Fra le varie cose Fiorini e colleghi si occuperanno di capire quale interazione esiste fra i sensori della linea laterale del pesce, quei sensori che permettono al pesce di sentire le variazioni di pressione lungo il corpo, e la muscolatura: “vorremmo capire come il pesce riesce ad essere così efficiente combinando l’azione dei muscoli per la navigazione di lunga durata agli altri muscoli che adeguano la forma del corpo e la resistenza alla turbolenza dell’acqua.”
Il progetto durerà tre anni alla fine dei quali il consorzio prevede di produrre un prototipo di propulsione che servirà per mettere successivamente a punto il vero e proprio pesce-robot.