I disegni sul corpo di Ötzi, la mummia di 5300 anni trovata in Tirolo, contengono pigmenti a base di fuliggine e forse avevano una funzione terapeutica
L’usanza di tracciare disegni e simboli in maniera permanente sulla pelle è antica. Lo provano i segni che si possono osservare sul corpo di Ötzi, un essere umano vissuto più di 5000 anni fa, il cui corpo mummificato è stato ritrovato nel 1991 nel ghiacciaio di Schnalstal in Italia, nei pressi del confine austriaco. Una nuova ricerca dimostra che i pigmenti usati per questi – che sono i più antichi esempi di tatuaggio scoperti sino a oggi – si basavano sulla fuliggine forse prelevata dai resti del fuoco tradizionalmente usato per cucinare e scaldarsi, anche se sono state trovate tracce di cenere solo nella parte mediale della gamba destra.
Secondo Maria Anna Pabst, ricercatrice dell’Università di medicina di Graz, in Austria, autrice della ricerca pubblicata sul Journal of Archaeological Science, i tatuaggi della mummia tirolese – linee e croci, alcune delle quali posizionate in quelli che oggi sono considerati i punti tradizionali dell’agopuntura -, avevano una funzione curativa, piuttosto che decorativa. I disegni ritrovati sul corpo dell’Uomo di Similaun infatti non sono localizzati in parti visibili del corpo ma in aree nascoste dagli abiti, forse zone doloranti per l’uso eccessivo, e potrebbero testimoniare un uso primitivo dell’agopuntura.
Per osservare da vicino i 57 tatuaggi della mummia è possibile fare un tour virtuale del reperto visitando questo sito.