Esseri bipedi ma arrampicarsi sugli alberi. Orrorin tugenensis, un nostro lontano antenato, era un primate davvero eclettico, che concentrava su di sé il meglio delle scimmie arboricole e degli ominini bipedi.
CULTURA - La cultura moderna è emersa in Africa meridionale almeno 44mila anni fa, cioè più di 20mila anni prima di quanto si sia pensato fino a oggi. Lo suggerisce un lavoro condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal paleoantropologo italiano Francesco d'Errico, ricercatore al Cnrs (il Cnr francese) di Bordeaux e all'università di Bergen in Norvegia.
CRONACA - Sul Journal of Human Evolution, Fabio De Vincenzo e Giorgio Manzi, paleoantropologi dell'università La Sapienza, e Steve Churchill dell'università Duke, North Carolina, aggiungono nuovi particolari alla storia dei rapporti tra Neanderthal e H. sapiens.
Non so se ne eravate informati, ma
a lungo gli studiosi dell’evoluzione umana si sono interessati alla morfologia della fossa glenoidea della scapola,
una cavità dell'articolazione della spalla nella quale poggia la testa dell'omero. A interessare i tre ricercatori è quella di un Neanderthal di circa 38 mila anni fa, ritrovata nella grotta di Vindija, in Croazia. Forse l'avete già sentita nominare: nel genoma di Neanderthal in parte sequenziato a partire dal Dna ricavato da reperti di quella grotta, ci sarebbero - al condizionale, in attesa di conferme - geni sapiens acquisiti con incontri ravvicinati circa centomila anni fa.
CRONACA - È una vecchia (e pessima) abitudine, quella di gridare alla rivoluzione ogni volta che irrompe sulla scena, ormai del resto piuttosto affollata, un nuovo fossile di ominide. È successo anche questa volta con Australopithecus sediba, scoperto tre anni fa in Sudafrica e presentato in gran dettaglio la settimana scorsa su Science. Neanche il tempo per un'occhiata alla suggestiva copertina della rivista, con quella piccola mano che pare delicatamente appoggiata sul foglio, che in giro è stato subito un pop up frenetico di titoli a effetto sull'anello mancante tra l'uomo e il suo antenato Lucy e sulla necessità di riscrivere la storia dell'evoluzione umana. Eppure, in queste cose bisogna andarci con i piedi di piombo: la scoperta è importante, non c'è dubbio, ma al di là di quanto propone l'autore della scoperta, sulla posizione precisa di Au sediba nel groviglio di ominidi che calpestavano il suolo africano due milioni di anni fa non è stata ancora detta l'ultima parola. Né dirla sarà poi tanto facile