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Nessun vantaggio per Pistorius

Oscar PistoriusAl MIT di Boston gli scienziati hanno concluso che gli arti prostetici di corridori come l’atleta sudafricano non danno alcun vantaggio rispetto alle gambe normali

Quasi due anni fa era stato escluso dalle Olimpiadi di Pechino, per un presunto vantaggio nelle competizioni conferito dalle sue gambe artificiali “Össur Flex-Foot Cheetah” (Cheetah in inglese significa ghepardo, il felino noto come lo sprinter più veloce del regno animale). Oggi uno studio condotto al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston dimostra che le protesi usate dagli atleti diversamente abili nelle competizioni di corsa non offrono nessun vantaggio oggettivo, e potrebbero addirittura essere controproducenti.

Alena Grabowski e colleghi hanno analizzato nel dettaglio il movimento durante la corsa di sei atleti senza una gamba. Gli scienziati hanno scelto persone con un solo arto mancante – a differenza di Pistorius a cui da bambino sono stati amputati entrambi i polpacci – per poter confrontare su uno stesso individuo la prestazione dell’arto biologico e di quello protesico.

Gli atleti correvano su un tappeto rotante che registrava la forza d’impatto del piede a ogni passo dell’individuo (“ground reaction factor”, GRF). Nello stesso individuo Grabowski e colleghi hanno registrato una diminuzione del 9% nel GRF dell’arto protesico rispetto a quello biologico. Questo secondo la scienziata dimostra che esiste un oggettivo svantaggio nel correre su un arto artificiale: “meno forza significa meno velocità.”

I test in laboratorio hanno anche verificato che non c’è differenza fra la velocità di movimento delle due gambe, di fatto sconfermando l’ipotesi che essendo più leggere le gambe artificiali permetterebbero all’atleta di compiere passi più veloci. L’analisi dei filmati delle finali dei 100 metri alle Olimpiadi e a giochi Paralimpici del 2008 ha dimostrato che gli atleti diversamente abili muovono le gambe a velocità comparabili a quelle del campione olimpico e primatista mondiale Usain Bolt.

Tutti questi risultati secondo Rodger Kram, fra gli autori della ricerca pubblicata su Biology Letters, dimostrano che esiste probabilmente uno svantaggio per gli atleti che usano queste protesi, e che per compensarlo finiscono per correre diversamente rispetto agli atleti che contano soltanto sulle proprie gambe.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.