In quattro mesi, la mostra “Astri & Particelle” al Palazzo delle Esposizioni di Roma ha sbancato i botteghini, raggiungendo la quota record di 150 mila visitatori. Il successo prosegue alla Città della Scienza di Napoli
ARTE, MUSICA, SPETTACOLI – Il cosmo ha stregato il pubblico. Con la quota record di 150 mila visitatori in meno di 4 mesi (dal 27 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010, al Palazzo delle Esposizioni di Roma) la mostra “Astri e Particelle- Le parole dell’Universo”, promossa dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare assieme all’Agenzia Spaziale Italiana e all’Istituto Nazionale di Astrofisica, entra nel “Guinnes dei primati” delle mostre di divulgazione scientifica più visitate. E se non siete riusciti a vederla, niente paura: la mostra non ha chiuso battenti. Nel mese di aprile farà tappa alla Città della Scienza di Napoli, per poi traslocare in pianta stabile nel nuovo museo della fisica di Teramo.
Ma non aspettatevi un’esposizione tradizionale. Più che una mostra, nel senso letterale del termine, “Astri & Particelle” è un’immersione sensoriale nel cosmo, un viaggio visivo, tattile e sonoro alla scoperta, come diceva il grande fisico Richard Feynman, degli “arcobaleni che gli occhi non possono vedere”. Si va dalle particelle elementari, come la “doccia cosmica” di neutrini che accoglie il visitatore all’ingresso, alla luce, quella visibile sì, e soprattutto quella invisibile che occupa tutto il resto dello spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi gamma. È proprio grazie alla capacità di decifrare i messaggi “criptati” in queste bande che gli scienziati hanno potuto osservare pulsar, supernove, galassie lontane, studiare le nubi di polvere, i buchi neri e la composizione del mezzo interstellare, spingersi fino alle periferie del cosmo, risalire ai primi istanti dopo il Big Bang, circa 14 miliardi di anni fa, e immaginare come si evolverà l’Universo tra altri milioni di anni.
Nonostante il livello di approfondimento scientifico sia molto elevato, a tratti forse arduo per non addetti ai lavori, il visitatore riesce ad acquisire confidenza con i grandi temi della fisica e dell’astronomia grazie all’interattività delle istallazioni, alla riproduzione in scala di sonde, esperimenti e telescopi, al filo diretto con gli scienziati italiani che si raccontano in decine di video-interviste dentro una grande semisfera. Tra le principali attrazioni: la bilancia stellare, che permette di scomporre il proprio peso in singoli elementi chimici, gli stessi che compongono gli astri; una simulazione di come la gravità modifica la struttura dello spazio-tempo, un convertitore sonoro dei fenomeni celesti, uno specchio sulla Luna, che riflette la propria immagine con due secondi e mezzo di differita, il tempo che la luce impiega per viaggiare da qui al satellite e ritornare ai nostri occhi.
Ad affascinare, al termine del percorso, è soprattutto quello che ancora non sappiamo, le domande aperte, le sfide scientifiche che impegnano i ricercatori di tutto il mondo, come le onde gravitazionali, la caccia alla materia oscura e l’enigma dell’antimateria. Infatti, nonostante quello che siamo riusciti a scoprire da quando Galileo Galilei puntò per la prima volta il suo cannocchiale verso il cielo, 400 anni fa, l’ Universo nasconde ancora oggi il 95% di quello che lo compone.