IL PARCO DELLE BUFALE

L’Oms NON raccomanda l’integrazione dei prodotti omeopatici nell’ambito delle cure primarie

Quello che serve davvero sono linee guida più chiare e standardizzate per questo tipo di prodotti

POLITICA – Qualche giorno fa ho ricevuto un comunicato stampa dal titolo “L’organizzazione mondiale della sanità decreta l’ingresso dell’omeopatia nel gruppo delle medicine tradizionali e ne raccomanda l’integrazione nell’ambito delle cure primarie”. (potete leggere il testo qui). Un po’ stupita e un po’ curiosa sono andata a controllare in giro.

Facciamo un po’ di chiarezza. Innanzitutto Come si può leggere qui, e come si raccomanda di ribadire un manipolo di medici che ha raccolto le dichiarazioni di importanti rappresentati dell’OMS (confermate dall’Ufficio del direttore generale dell’organizzazione) e le ha inviate ai ministri della sanità di  tutti i paesi (trovate il testo della lettera nella pagina web citata sopra), l’Oms NON raccomanda l’uso dell’omeopatia nella cura di Hiv, malaria, tubercolosi, influenza e diarrea infantile.

Il confronto fra queste dichiarazioni ufficiali dell’Oms con il testo del comunicato stampa che ho ricevuto non può non far alzare un sopracciglio. Ancora di più se poi si va a vedere il vero documento dell’OMS a cui il comunicato fa riferimento.

Come si legge anche nel comunicato stampa, la preoccupazione principale dell’OMS è la sicurezza dei cittadini. L’organizzazione dunque vuole “offrire delle linee guida agli stati membri sugli aspetti tecnici della produzione e della manifattura delle medicine omeopatiche che hanno potenzialmente implicazioni di sicurezza. Questo è importante per stabilire standard nazionali di qualità e specifiche tecniche per le medicine omeopatiche, e allo stesso modo per controllarne la qualità.”

La presentazione del documento si conclude così: “Il documento comunque non fa alcun riferimento alle questioni sull’efficacia e sull’utilizzo clinico”. Inequivocabile.

Dunque il comunicato già nel suo titolo è menzognero. L’Oms NON “raccomanda l’integrazione nell’ambito delle cure primarie” dei rimedi omeopatici e chi manda in giro questi comunicati dovrebbe avere un po’ più di cautela.

La raccomandazione dell’Oms (e cioè di avere linee guida più chiare e standardizzate per questo tipo di prodotti) è certamente sensata e va accolta favorevolmente. Se pensiamo all’Italia infatti i prodotti omeopatici e quelli erboristici seguono la normativa degli integratori alimentari (e per questo non possono essere pubblicizzati come medicinali, ne sono accompagnati da un bugiardino).

Questo da un lato può sembrare uno svantaggio per i produttori di rimedi omeopatici, ma non dimentichiamo che ha anche i suoi vantaggi economici. I prodotti medicinali sono sottoposti a vincoli legali che ne garantiscono la qualità e la sicurezza, che richiedono numerosi trial clinici (prima sugli animali e poi sull’essere umano) che garantiscano non solo la non-tossicità ma anche la provata efficacia. Questo iter è normalmente lunghissimo (parecchi anni per partire da un principio attivo al farmaco commercializzato) ed è anche  in questo modo che le case farmaceutiche giustificano i prezzi elevati delle medicine.

Chi ha comprato dei farmaci omeopatici sa che sono almeno tanto costosi quanto quelli tradizionali, ma dovrebbe anche sapere che i costi per produrre un prodotto omeopatico sono molto  inferiori a quelli di una medicina, proprio perché l’unica garanzia che devono dare è quella di non essere tossici, ma non certo di essere efficaci (e la stragrande maggioranza della letteratura scientifica in materia non è mai riuscita a dimostrare che alcun prodotto omeopatico abbia un’efficacia maggiore dell’effetto placebo, per maggiori dettagli e una bibliografia potete leggere i commenti sotto questo articolo).

Dunque ben venga il memorandum dell’Oms, e speriamo davvero che in futuro i controlli sulla sicurezza per questo tipo di prodotti siano sistematici e seguano un criterio stabilito e condiviso. Auguriamoci a questo punto anche che in futuro l’OMS si esprima sui criteri per stabilire l’efficacia dei rimedi omeopatici.

Leggi anche: PODCAST – Omeopatia, cosa cambia se i prodotti vengono registrati?

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.