CRONACAIN EVIDENZA

Spazzatura high-tech, smaltimento low-tech

Sempre più pressante l’emergenza da e-waste

NOTIZIE – In materia di e-waste, la spazzatura elettronica composta da computer, cellulari, stampanti e tutti i dispositivi elettronici che gettiamo via, la preoccupazione è principalmente rivolta verso i paesi in via di sviluppo, soprattutto perché a causa di traffici illeciti internazionali sono proprio questi a occuparsi dello smaltimento – quasi sempre usando metodi arcaici e altamente inquinanti. Uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology però avverte: non è sufficiente bandire legalmente questi traffici per ridurre l’impatto sull’ambiente.

Secondo Jinglei Yu dell’Università di Nankai, in Cina, e colleghi i paesi in via di sviluppo diventeranno ben presto essi stessi una fonte massiccia di e-waste. Attraverso i modelli logistici e l’analisi del flusso dei materiali gli scienziati hanno calcolato che nel 2030 queste nazioni produrranno da 400 a 700 milioni di computer “spazzatura”, mentre in occidente la tecno-spazzatura ammonterà a “solo” 200/300 milioni di pezzi. Per questo motivo un eventuale bando internazionale non corrisponderà a una diminuzione dei processi di smaltimento ad alto impatto ecologico.

Ovviamente la raccomandazione degli scienziati verso tutti i paesi del mondo è quella di adottare tecniche di smaltimento più controllate e a basso impatto ambientale.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.