Il 2 aprile 2010 è stata la giornata mondiale dell’autismo. Una buona occasione per conoscere un’esperienza davvero significativa: l’Officina dell’arte di Pordenone, un centro lavorativo che si prende cura delle persone adulte affette da questa malattia, troppo spesso abbandonate dalle istituzioni e dalla società.
LA VOCE DEL MASTER – Negli ultimi anni sono stati fatti dei miglioramenti nella diagnosi della malattia e nell’assistenza ai bambini in età scolare, ma, dopo la scuola dell’obbligo, gli autistici sembrano diventare invisibili. Abbandonati a se stessi e completamente a carico delle famiglie, spesso da adulti non ricevono cure adeguate. La Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone ha creato l’Officina dell’arte con un obiettivo ben preciso: realizzare un vero e proprio centro lavorativo, inserito in un tessuto sociale e in una reale nicchia di mercato. Un’opportunità d’integrazione e di soddisfazione personale per i malati e un supporto per le famiglie che non riescono ad assistere le persone ormai adulte. Chi frequenta il centro ha la possibilità di vivere una normale giornata lavorativa, svolgendo attività legate al mosaico, al packaging e all’informatica, all’interno di laboratori professionali, con l’aiuto di maestri mosaicisti. Tutti gli oggetti prodotti hanno un reale valore commerciale e possono essere acquistati contattando il centro.
L’Officina dell’arte ha realizzato anche alcune mostre aperte al pubblico. E visto il grande consenso ottenuto da Mosaicamente3 – Omaggio a Andy Warhol a Palazzo Montereale Mantica di Pordenone, la mostra è diventata itinerante ed è stata esposta fino al 5 Aprile a Palazzo Crepadona di Belluno. Un successo che dimostra quanto l’incontro con l’arte e la cultura aiuti ad abbattere le barriere nei confronti di chi soffre di autismo. Quando sembra impossibile comunicare con le parole e con i gesti, vengono in aiuto le immagini, il colore e la fantasia.