I bambini “senza paura” svelano l’origine cognitiva della discriminazione razziale
NOTIZIE – I bambini affetti dalla sindrome di Williams sono affettuosi e amichevoli in modo insolito: la loro condizione genetica infatti li rende immuni della paura degli altri, la “paura sociale”. Andreas Meyer-Lindenberg dell’Università Mannheim di Heidelberg, Andreia Santos e Christine Deruelle dell’Istituto Mediterraneano di Neuroscienze Cognitive di Marsiglia hanno recentemente osservato il comportamento dei bambini affetti dalla sindrome (confrontandolo con quello di bambini normali) di fronte a stereotipi sessuali e razziali.
Meyer-Lindenberg e colleghi hanno voluto testare la nozione secondo cui all’origine degli stereotipi razziali ci sia la paura sociale. Se questa ipotesi fosse vera infatti i bambini affetti dalla sindrome di Williams non dovrebbero mostrare il pregiudizio tipico presente dai tre anni in su. E così infatti sembra essere. Come si legge sulla rivista Current Biology, i bambini dovevano assegnare delle caratteristiche positive o negative a degli individui (di sesso e provenienza razziale diversa) raffigurati in alcune vignette. I bambini non affetti dalla sindrome mostravano i tipici stereotipi molto marcati (sia rispetto al sesso che rispetto alla razza), ma gli altri (almeno rispetto alla razza) non hanno mostrato questo tipo di tendenza.
“L’ipersocievolezza degli individui affetti dalla sindrome di Williams spesso li porta a pensare che chiunque al mondo sia loro amico,” ha spiegato Meyer-Lindenberg. “In un lavoro precedente abbiamo dimostrato che le persone con la sindrome processano le minacce sociali in maniera deficitaria”. Gli scienziati si aspettavano che questi bambini non avrebbero dimostrato preferenze verso gli individui della propria razza (rispetto a quelli di altre), ma sono rimasti sorpresi dell’entità dell’effetto.
Sorprendente è anche il fatto che i bambini con la sindrome, proprio come gli altri, mostravano invece stereotipi di genere molto marcati. Questa differenza suggerisce che i vari stereotipi vengono analizzarti da circuiti cerebrali diversi.