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Una mazza in più

IL CORRIERE DELLA SERRA – Dopo la commissione presidiata da Lord Oxburgh, anche quella di Sir Muir Russell ha detto che gli scienziati diffamati in questi mesi sui media sono bravi e onesti, e la mazza da hockey un bijou. Doveva indagare sulle presunte malefatte commesse da Phil Jones, Ken Briffa, Michael Mann e altre vittime del furto di mail all’Unità di ricerca sul clima (CRU), dell’università dell’East Anglia. Letta la refurtiva, ha analizzato i lavori e i comportamenti degli indagati, e li ha sottoposti a interrogatorio. A tortura, pare di no.

Nei ritagli di tempo, Sir Muir Russell et al. hanno ricostruito le temperature usando i dati pescati in rete  e, scritto il proprio programmino informatico, hanno ottenuto la stessa mazza di chi la fa di mestiere e non quella fatta dagli scettici. In particolare da quelli che volevano spaccarla adducendo che la CRU aveva trascurato le isole urbane di calore per esagerare l’effetto serra dei gas omonimi. Dopodiché gli inquirenti  hanno rimproverato la CRU e l’università di essere “di poco aiuto e sulla difensiva” quando estranei chiedevano i dati. Questa non l’ho capita. Se da dilettanti li avevano trovati da soli vuol dire che  sono capaci tutti,  che senso ha chiederli?

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L’altro rimprovero riguarda una mazza da hockey sulla copertina di un rapporto del WMO: andava esplicitata meglio. Se fossi Phil Jones che l’ha preparata, protesterei:  ci ha scritto sopra gli articoli scientifici con tanto di esplicitazione, dai quali l’ha tratta. Era una copertina di  carta, mica si poteva cliccarci sopra per aprire una finestra.

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Per il resto, i ricercatori  non hanno commesso né un sopruso né un abuso né falsificato né cancellato un dato, le accuse erano tutte false. Quanto all’università – come altri centri di ricerca – dovrebbe rendersi conto che ormai c’è Internet, i blog ecc. e cambiare modo di comunicare. Non ho capito se significa “fate tutto via Skype invece che via mail” . Happy end: Phil Jones, che s’era autosospeso da direttore della CRU durante l’inchiesta, ci è tornato da direttore scientifico, così  sarà l’amministrazione a occuparsi delle scartoffie. “Kekk… !” hanno detto i suoi colleghi, invidiosi.

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Elogiativo anche il  rapporto della commissione neerlandese che doveva cercare gli errori e le distorsioni nel volume sugli “Impatti regionali dei cambiamento climatico” e nella “Sintesi per i decisori” che fanno parte del IV rapporto dell’Ipcc. Conclusione: è un sunto fantastico delle conoscenze attuali. Comunque è perfettibile perché ci sono quattro errori di cui uno commesso, ups, da un ente governativo neerlandese e 13 (in tutto) refusi, referenze bibliografiche e scritte sulle figure incomplete o sbagliate. La prossima volta, l’Ipcc dovrebbe pagare correttori di bozze e collaboratori editoriali preparati. “Quelli farebbero comodo a tutti,” hanno detto le mie colleghe, invidiose.

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