La protesta di studenti e ricercatori divampa in tutta Italia in maniera virale
POLITICA – La parola d’ordine è spontaneità. La protesta di studenti, ricercatori professori contro il “decreto Gelmini” di riforma universitaria che prevede tagli finanziari pesantissimi dilaga in tutta Italia al tam tam di sms e social network.
Oggi si “vestono” (neve permettendo) i monumneti (dalla torre di Pisa al Colosseo), ieri si sono occupati i tetti di diverse università in tutto il paese. Anche l’assalto a Palazzo Madama di qualche giorno fa non appare come qualcosa di premeditato, ma ha il ritmo di un flash mob, anche se con contenuti molto seri.
“Si naviga a vista,” commenta Luca Tornatore, ricercatore precario dell’Università di Trieste, attivo nella protesta. “Ieri con un rapidogiro di sms, 400 persone si sono incontrate e hanno dato luogo a un’assemblea spontanea (sugli spalti dell’antico teatro romano, nel centro cittadino)”. L’assemblea poi si è trasformata in un altrettanto spontaneo corteo che ha bloccato le vie dalla città.
Manifestazioni simili si moltiplicano in tutta Italia, e continueranno. Il sentimento che prevale è l’angoscia di non sapere cosa ne sarà dell’Università e delle ricerca (ma non solo) nei prossimi anni a venire nel nostro paese. Lo scontro si preannuncia duro (anche se per fortuna l’arresto, qualche giorno fa di due manifestanti pare essersi risolto in nulla).
Intanto la discussione sul DDL Gelmini (definito dal fronte studenti/ricercatori “la pietra tombale” dell’università) slitta ancora una volta (a martedì prossimo). “Si naviga a vista, sì” ripete Tornatore al telefono. “ma siamo duri e determinati come il legno degli alberi.. abbiamo radici profonde.”