NOTIZIE – Le controindicazioni sono tante: generalmente gli esperimenti comportamentali sulle funzioni cognitive richiederebbero set sperimentali e condizioni molto rigide, pena l’introduzione di errori sistematici nei dati che minano la validità dei risultati. La contropartita è però il numero molto alto di partecipanti, che permette di controllare statisticamente questi bias. L’iniziativa di Laura Gemine, scienziata cognitiva della Harvard University (che lavora con scienziati del calibro di Ken Nakayama, un vero e proprio guru delle scienze cognitive) è comunque degna di nota. La ricercatrice infatti si è inventata e dirige il sito “Test my Brain”, dove gli scienziati possono pubblicare una versione interattiva e online degli esperimenti relativi alle loro ricerche e raccogliere così dati da numerosi soggetti. Provate a fare un giro sul sito e magari partecipate a qualche prova.
Gli esperimenti disponibili online sono molti, e la stessa Gemaine si è avvalsa dello strumento per portare a termine una ricerca sul riconoscimento di facce che sarà a breve pubblicata sulla rivista Cognition. La potenza dello strumento è evidente: Gemaine ha ottenuto dati da oltre 44.600 individui, di età variabile fra i 10 e i 70 anni.
Ha potuto così scoprire che a differenza di quanto si credeva l’abilità nel riconoscimento di facce non ha un picco massimo intorno ai 20 anni (e cioè quando il cervello raggiunge la piena maturità) ma fra i 30 e i 34 (quando invece si ritiene sia già in atto un deterioramento neuronale). Al di là della scoperta specifica, il metodo è davvero interessante (normalmente i numeri di una ricerca tradizionale sono molto più bassi), anche se da valutare con cautela.