NOTIZIE – Fa caldo, in cielo non c’è una nuvola. Ok, è il momento di prendere la bici e farsi quel bel giro che rimandavate da tempo. Peccato che proprio quando vi trovate nel bel mezzo del nulla, una ventina di chilometri da casa, in una sperduta stradina in mezzo ai boschi, il rombo di un tuono vi risveglia dall’idillio. In pochi minuti, zuppi, state maledicendo il meteo che non aveva fatto cenno a questa possibilità. Almeno vi sareste portati dietro la cerata. I temporali però sono la bestia nera dei meteorologi: sono difficili da prevedere e soprattutto è difficile stimarne in anticipo l’intensità. Non sarebbe bello invece avere un servizio in grado di avvisarvi, anche nel giro di poche ore, dove, quando e quanto forte sarà il temporale (magari grazie a un applicazione del vostro cellulare)?
Chan-Yi Liu, un ricercatore dell’Università del Winsconsin, suggerisce di guardare alla “faccia “superiore dell’atmosfera, e non solo a quella inferiore, come si è fatto finora. Questo potrebbe migliorare decisamente le nostre capacità predittive rispetto ai temporali, ha dichiarato lo scienziato all’ultimo recente meeting dell’American Geophysical Society.
Liu e colleghi hanno dimostrato che introdurre dati provenienti dagli strati compresi fra i 4500 e i 9700 metri di altezza può migliorare significativamente le previsioni di temporali entro le 3-6 ore successive. Normalmente invece per questo tipo di previsione i meteorologi usando dati raccolti a terra o da palloni rilasciati nell’atmosfera inferiore. Liu ha invece osservato che cruciale per la formazione di temporali è l’instabilità negli strati alti. Liu ritiene che i meteorologi dovranno iniziare a utilizzare i dati provenienti dai satelliti meteorologici per prevedere con più efficacia le precipitazioni violente e improvvise (fra le quali si annoverano anche i tornado).
Una considerazione: gli studi di Liu sono fatti in territorio USA, che conta ampie zone pianeggianti, orograficamente piuttosto monotone. Chissà cose ne verrebbe fuori in un territorio complesso come quello italiano…