CRONACA – Nel rispetto della tradizione, i giornalisti di Science selezionano i cambiamenti più importanti nelle ricerche del decennio. Elenco da discutere e completare con i progressi delle tecnologie, informatiche in particolare.
– Il lato oscuro del genoma: nel secolo scorso, tutto il DNA presente tra un gene e l’altro, il 98,5% del totale racchiuso nei cromosomi, era chiamato “DNA spazzatura”, poi si è cominciato a scoprirne le funzioni regolatrici.
– Cosmologia di precisione: Ancora non si sa da dove viene l’universo, ma se ne è definito il contenuto e come è venuto a formarsi, la cosmologia ha acquisito una teoria e un modello standard. E l’immaginazione dei cosmologi dei vincoli.
– Le macchine del tempo: nuove tecniche e tecnologie ricuperano Dna e collagene antichi dai quali s’impara come vivevano gli antenati di piante e animali, noi compresi, estinti da migliaia e milioni di anni.
– Acqua su Marte: c’è stata, forse ce n’è ancora sotto forma di ghiacci nel sottosuolo ma abbastanza da aver sostenuto e magari sostenere tuttora forme di vita?
– Riprogrammare cellule: è possibile far tornare cellule adulte allo stadio di staminali pluripotenti, com’erano nel primissimo embrione, e capaci di generare (quasi) tutti i tessuti dell’organismo.
– Il microbioma umano: è partito il censimento dei virus e dei microbi che ospitiamo, a stragrande maggioranza dei commensali di cui non possiamo fare a meno.
– Gli esopianeti: si sono scoperti oltre 500 pianeti attorno ad altre stelle, cambiano le conoscenze sulla formazione dei sistemi solari.
– L’infiammazione: sarebbe la forza malefica dietro le malattie croniche di cui moriremo un giorno: cancro, diabete, obesità, Alzheimer, arteriosclerosi…
– Metamateriali: manipolazioni della luce, lenti speciali con una risoluzione spaventosa, così diventano invisibili ai nostri occhi certi materiali, ancora non se ne produce abbastanza da farci un mantello d’invisibilità, ma domani…
– Cambiamenti climatici: ormai gli scienziati del clima sono d’accordo, il pianeta si sta scaldando per via delle attività umane ed è improbabile che processi naturali invertano la tendenza, proprio come si sospettava.
Foto di un metamateriale, David Schurig per Science.