MARE – Come riuscire a togliere una cima di 15 metri impigliata nella bocca di una balena lunga quasi 10 metri? I ricercatori del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) l’hanno sedata. L’animale, una giovane femmina di balena franca nord-atlantica nata durante la stagione riproduttiva del 2008, appartiene a una specie minacciata di estinzione, di cui rimangono poche centinaia di esemplari (300-350 secondo le stime più ottimistiche).
La giovane balena fu osservata per la prima volta da alcuni ricercatori durante un transetto aereo il giorno di Natale con una lenza da pesca simile a un palamito lunga 50 metri arrotolata intorno al corpo. Cin que giorni più tardi alcuni uomini del Dipartimento delle Risorse naturali della Georgia raggiunsero la balena e riuscirono a tagliare parte della lenza, ma un pezzo rimase attaccato all’animale.
Gli esperti del NOAA hanno continuato a monitorare l’animale tramite un tag satellitare per cercare di capire se sarebbe stata in grado di riuscire a liberarsi, salvo poi aspettare il 15 gennaio per intervenire, quando l’animale si trovava al largo delle coste di Cape Canaveral. Dopo aver somministrato il sedativo, rimosso la lenza da pesca, i ricercatori hanno iniettato una dose di antibiotico e attaccato all’animale un tag digitale di nuova generazione che ha registrato tempo d’immersione e profondità d’immersione dopo la sedazione. Questi due dati sono necessari per valutare il profilo d’immersione dell’animale e valutarne il comportamento dopo una sedazione chimica. Questi dati saranno utili nel caso di altri interventi di questo tipo.
Il team che ha condotto le operazioni comprendeva ricercatori, cetologi e veterinari di 6 istituti diversi, una specie di Dream Team che comprendeva tra gli altri il Woods Hole Oceanographic e EcoHealth Alliance. Secondo Jamison Smith, coordinatore del progetto di salvataggio Grandi Balene del NOAA, questa è stata la ragione per cui un’operazione così complessa e delicata ha avuto successo. Questa è la seconda volta che un intervento di questo tipo, con un animale selvatico di queste dimensioni, finisce con la “liberazione” dell’animale; la prima volta fu nel marzo del 2009 nelle acque della Florida.
Rimane da capire l’origine del materiale che era attaccato alla balena. Tutto fa pensare che si tratti di qualcosa di simile a quello utilizzato dai pescatori delle coste nord-orientali degli Stati uniti e in Canada per la pesca di aragoste e granchi. Ma gli esperti del NOAA sono già al lavoro per valutare la possibilità che si tratti di lenze da pesca illegali.