CRONACA

Il cane non ha abbaiato

NOTIZIE – La scienza serve anche a fare la conta. Dell’idiozia umana verrebbe da dire. Nello specifico Mike Spagat e colleghi del college Royal Halloway dell’Università di Londra, si occupano di “matematica della guerra”, e in un articolo pubblicato questa settimana su PLoS Medicine hanno fatto la conta dei morti civili nel conflitto iracheno, dal 20 marzo 2003 (data di inizio dell’invasione delle forze della Coalizione – USA, Regno Unito, Australia, Polonia, varie forze curde e quelle del Congresso Nazionale Iracheno) fino al 19 marzo 2008, cinque anni tondi di conflitto. Non si sono ovviamente limitati a contare i morti, dato che era già disponibile nel database Iraq Body Count (IBC), ma hanno voluto cercare delle regolarità, dei trend in queste morti che possano aiutare la comprensione dell’impatto che questo conflitto ha avuto sulla popolazione civile, anche per mettere a punto possibili strategie di prevenzione.

Che cosa è emerso dall’analisi dei dati su 92.614 morti “dirette” di civili iracheni nel periodo preso in esame? Niente di buono ovviamente. Spagat e colleghi hanno osservato che la maggior parte delle morti violente sono state inflitte da ignoti, e che la fonte principale di morte sono state le esecuzioni extragiudiziali. Questo tipo di esecuzioni erano sproporzionatamente più numerose in quei governorati (regioni) dove era più alto in assoluto anche il numero di morti violente.

Spiace dirlo ma in questa carneficina di civili una gran mano è stata date dalle forze della Coalizione, che suppostamente avrebbero invaso il paese per liberare i civili e importare democrazia. Come prevedibile il picco di morti di civili causate dalle forze della coalizione ha coinciso con l’invasione del 2003, ma ancora più notabile è il dato su donne e bambini uccisi dalle forze “amiche”. Spagat e colleghi infatti hanno preso in esame il “Dirty War Index” e cioè la proporzione di donne e bambini nel totale delle morti di civili indicate come uomini, donne e bambini. Questo indice, spiega Spagat dimostra che non vi è stato alcun declino delle morti causate dalle forze della coalizione nei cinque anni presi in considerazione in questa parte della popolazione particolarmente vulnerabile.

I dati indicano anche che la causa maggiore (nel complesso) di queste morti si deve al fuoco dei mortai o ai veicoli-bomba (non suicidi) da parte di ignoti e dagli attacchi aerei della Coalizione.

“Mi pare che i risultati più impressionanti si possano rappresentare nella forma di ‘un cane che non ha abbaiato’,” ha dichiarato Spagat. “Abbamo trovato che non vi è alcun indizio di un miglioramento in quello che abbiamo chiamato “Woman & Child Dirty War Index” da parte delle forze della Coalizione. Dunque la frazione di donne e bambini fra tutti i civili che sono stati provati essere uccisi dalle forze della Coalizione non sembra essere diminuita fra il 2003 e il 2008.”

 

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.