Uncategorized

L’antimateria ha le ore contate

Sulla rampa di lancio del Kennedy Space Center, l’esperimento AMS, in gran parte “made in Italy”, sta per spiccare il volo. Allacciate le cinture. Si parte per l’ignoto.

VIAGGI – Lo chiamano l’Hubble dei raggi cosmici, anche se non è un telescopio. Piuttosto, una sofisticatissima “navicella” spaziale che ci porterà alla scoperta di territori mai esplorati dell’Universo. Pur restando agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale, a 400 chilometri da Terra, ci farà volare lontano. Parliamo di AMS (Alpha Magnetic Spectrometer), un eccezionale rivelatore di particelle progettato per dare la caccia all’antimateria, alla materia oscura e alla materia “strana”. Un triplo salto nel vuoto.

AMS è il primo esperimento di “Big Science” che opererà nella casa orbitante, ormai completata (ed era ora). A portarlo lassù sarà lo Shuttle Endeavour, la cui partenza è slittata al 29 aprile, per traffico intenso a Cape Canaveral. Per quanto le ultime imprese verso la Stazione Spaziale non abbiano riscosso chissà quale attenzione mediatica, stavolta tutto si peannuncia diverso. Primo, perché sarà il canto del cigno per l’Endeavour, il suo ultimo volo, dopo anni di onorata carriera avanti e indietro, prima di diventare un reperto da museo. Secondo, perché nell’equipaggio c’è un astronauta italiano, Roberto Vittori, che andrà a unirsi a un altro italiano, Paolo Nespoli, già nello spazio. Terzo, perché a bordo dello Shuttle partirà AMS, un sofisticato aggeggio grande quanto una stanza (5 metri x 4 x 3) , pesante 7 tonnellate e in grado di setacciare decine di miliardi di raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo, alla ricerca di tracce di altri tipi di materia, diversa da quella di cui siamo fatti. AMS è figlio di una collaborazione internazionale, a cui lavorano da 16 anni istituzioni, università e industrie di 16 paesi diversi, ma in cui l’Italia riveste un ruolo “genitoriale” di primissimo piano: il 25 per cento dell’investimento totale proviene dall’Agenzia spaziale  italiana (ASI) e dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), e proprio l’INFN vanta con Roberto Battiston la figura del vice-responsabile dell’esperimento: il braccio destro del premio Nobel Samuel Ting, che è alla testa di AMS.

Obiettivo di AMS è sondare l’ignoto. Afferrare fenomeni della natura che non siamo nemmeno in grado d’immaginare. Come l’esistenza di antistelle o antigalassie. Potremmo scoprire che, da qualche parte là fuori, si nasconde un universo capovolto, in cui regna l’antimateria. Dove il segno + si legge -, e le leggi della fisica girano al contrario. Un mondo speculare a quello che finora abbiamo osservato, come lo yin e lo yang. Il quesito amletico che spinge a questa ricerca è il problema conosciuto come l’asimmetria materia-antimateria. In altre parole: se, come previsto dalla teoria del Big Bang, all’inizio dell’Universo la materia e il suo alter ego erano presenti in uguale quantità, perché hanno seguito due destini diversi? Perché l’una ha prevalso, e l’altra è apparentemente sparita? Per gli astrofisici, questo è un vero rompicapo.

Ad AMS basterebbe registrare il passaggio di un solo nucleo di anti-elio per ottenere una prova diretta dell’esistenza di un grande quantitativo di antimateria. Relegata da qualche parte nello spazio dove può sopravvivere, senza annichilirsi con la materia. Altro che Angeli e Demoni, sarebbe un film che supererebbe la nostra stessa fantasia.

Ma tra le “maglie” di AMS potrebbero finire anche altre particelle mai osservate. Tracce della materia oscura, per esempio. Componente misterioso, apparentemente sei volte più abbondante nello spazio della materia ordinaria, eppure ancora impossibile da osservare. Oppure, subparticelle atomiche dette quark mai viste prima, costituenti della cosiddetta “materia strana” (strangelets), ipotizzate da alcuni fisici. A partire dal quinto giorno dopo il lancio dello Shuttle, AMS comincerà a registrare eventi. Le prime sorprese sono attese già nei prossimi 6 mesi e, a seguire, per i prossimi anni.

Condividi su