I ghiacci artici e groenlandesi fondono più velocemente di quanto previsto fino pochi anni fa, dicono i ricercatori alla conferenza dell’Arctic Monitoring and Assessment Programme iniziata ieri a Copenaghen: The Arctic as messenger for global processes: climate change and pollution.
IL CORRIERE DELLA SERRA – Alla conferenza viene illustrato il rapporto “Snow, Water, Ice and Permafrost in the Arctic 2011″(sommario on line) che sarà presentato il 12 maggio alla riunione del Consiglio artico tra Canada, Danimarca e Groenlandia, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Stati Uniti. Dopo la grande fusione delle banchise nell’estate 2007, la ripresa è stata minima:
Dal 2004, l’Artico ha conosciuto le temperature più alte mai registrate e superato addirittura il caldo degli anni ‘30 e ‘40. Le recenti paleo-ricostruzioni mostrano che negli ultimi decenni le temperature dell’estate artica sono senza precedenti da 2000 anni. Stagionalità e località del riscaldamento massimo indicano che l’Artico potrebbe aver oltrepassato la soglia dopo la quale l’assorbimento della radiazione solare durante l’estate limita la crescita del ghiaccio nell’autunno e nell’inverno successivo, e innesca un feedback che porta a un aumento sostanziale della temperatura alla superficie dell’Oceano Artico.
.
Lo scioglimento sta accelerando:
La veloce evoluzione dei ghiacci marini è uno degli aspetti più visibili dell’Artico. Recenti cambiamenti significativi dello loro stato fisico comprendono: 1) rapido declino dell’estensione massima estiva; 2) perdita del ghiaccio pluriennale; 3) assottigliamento della copertura ghiacciata. Il tasso di declino è stato più veloce della previsione del IV rapporto Ipcc e indica una probabilità di estati senza ghiacci a metà secolo, molto prima di quanto previsto appena pochi anni fa.
.
Non si è ripreso nemmeno il permafrost:
continua a riscaldarsi, tipicamente da 0,5 a2 °C, come si è osservato negli ultimi dieci anni nelle regioni nord ed est del Canada, nelle Svalbard, nel nord della Russia europea e in Siberia occidentale. Il tasso di riscaldamento s’è ridotto nel Nord-America occidentale, anche se si è rilevato un aumento all’interno Alaska soltanto negli ultimi cinque anni. In Russia il limite meridionale è arretrato da 30 a 80 km tra il 1970 e il 2005 e nel Québec di 130 in un secolo.
Se il tasso di declino prosegue così, entro fine secolo la sola fusione dei ghiacci artici innalzerà il livello di 0,9 – 1,6 metri. Per tutti. Sono brutti anche i nuovi dati sugli inquinanti tossici e sulle loro conseguenze per la salute delle popolazioni meno inquinanti del mondo.
Foto: Arctic Portal.org