“Falò” luminosi sono stati osservati su Saturno, in seguito a una tempesta che si è sviluppata nei mesi scorsi nell’emisfero nord del pianeta.
NOTIZIE – Il fenomeno è stato inizialmente rilevato il 5 dicembre del 2010, dagli strumenti della sonda Cassini (la missione sviluppata dalla NASA, in collaborazione con ESA e ASI, che è entrata nell’orbita di Saturno il 30 giugno 2004) e ieri sulla rivista Science sono stati pubblicati i risultati più approfonditi ottenuti grazie alle osservazioni del Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) che si trova in Cile.
Nell’emisfero nord di Saturno si è sviluppata una tempesta così potente da estendersi in tutto il pianeta e per la prima volta un fenomeno di questo genere è stato osservato con gli infrarossi termici, permettendo di valutare le differenze di temperatura. Si tratta di tempeste piuttosto rare che sono state osservate solamente sei volte dal 1876 a oggi, l’ultima risale infatti al 1990. L’atmosfera del pianeta Saturno è solitamente calma, ma circa una volta all’anno (che corrispondono a una trentina di anni terrestri), con l’arrivo della primavera nell’emisfero nord del pianeta, dalla zona sotto le nuvole l’aria calda sale e provoca fenomeni simili ai temporali, che possono estendersi e amplificarsi.
I dati mostrano l’effetto che la tempesta ha avuto sull’atmosfera del pianeta, trasportando materiali a grandi distanze e modificando i venti atmosferici con la formazione di vortici e flussi che hanno alterato la lenta evoluzione stagionale di Saturno.
La tempesta ha prodotto un vortice oscuro largo circa 5.000 chilometri di larghezza, forse simile alla Grande Macchia Rossa di Giove, e regioni d’aria calda visibili come “fari” brillanti nell’infrarosso. Forti sbalzi di temperatura, fino a 20 gradi centrigradi superiori alla norma, si sono osservati nella stratosfera di Saturno, che solitamente si trova a 130 gradi sotto lo zero. Queste zone brillanti all’infrarosso non sono mai state viste in precedenza, quindi i ricercatori sono cauti nell’associarle con la tempesta che si è verificata sul pianeta.
“Gli studi precedenti sono stati fatti utilizzando solo la luce solare riflessa, ma ora, osservando per la prima volta la luce termica infrarossa, siamo in grado di rivelare le regioni nascoste dell’atmosfera e misurare i cambiamenti sostanziali delle temperature e dei venti associati a questo evento”, ha dichiarato (come si legge nel comunicato stampa), Leigh Fletcher, uno degli autori della ricerca.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della NASA.