IL PARCO DELLE BUFALE

2 milioni per delle bufale

IL PARCO DELLE BUFALE – Da sempre le prove scientifiche bocciano l’omeopatia, e lo fanno con la stessa forza con la quale bocciano creazionismo, astrologia e simili, ovvero, con buona pace del marketing, non c’è alcun dibattito sulla sua efficacia. Né c’è un dibattito sulle sue basi teoriche, visto che in assenza di un fenomeno cercare una teoria che lo spieghi è nella migliore delle ipotesi è uno spreco di risorse.

Ma chi (si perdoni la facile frecciata polemica) è più esperto in quanto a spreco di risorse? Esatto, i politici. Anche in Italia illustri parlamentari e assessori si fanno promotori di questa o quella (ma soprattutto quell’altra) bufala. Un triste esempio è stato il caso della cura di Bella, appunto impugnato come strumento di lotta politica.

Pochi giorni fa è invece arrivata una notizia che non ha mancato di ringalluzzire quelli che a ciclo alternato supportano l’omeopatia una volta come scienza, una volta come tautologia (funziona perché funziona), ovvero su proposta di Ulrike Rodust e Luis Capoulas saranno spesi 2 milioni di euro in un progetto di ricerca (…) pilota sull’omeopatia negli allevamenti di animali da reddito (bufale, appunto & Co). La motivazione addotta, nelle premesse è assolutamente razionale, ecco cosa si legge nel documento che raccoglie gli emendamenti al bilancio della commissione agricoltura:

La resistenza agli antibiotici è un problema in crescita nella UE e nel mondo. Una delle preoccupazioni è l’uso di antibiotici negli allevamenti.

Oltre però si aggiunge:

Per questo bisogna portare avanti la ricerca di metodi alternativi, ad esempio l’omeopatia e la fitoterapia.

Un repentino balzo in avanti pubblicitario per l’omeopatia, che pochi mesi fa aveva dovuto incassare, proprio a proposito di animali, un brutto colpo: la Gran Bretagna ha stabilito che nel Paese anche i rimedi omeopatici per uso animale dovranno seguire la stessa procedura (test, trial, ecc…) dei farmaci “convenzionali” prima di essere messi in commercio, cosa che di fatto blocca il mercato in quel settore, mentre per l’uso umano il mercato rimane spalancato poiché gli unici test sono quelli che garantiscono la mancanza di effetti (collaterali), che sicuramente sono inesistenti.

Torniamo ai 2 milioni. A differenza di quanto sarebbe lecito dedurre da quanto letto finora il progetto pilota, che dovrebbe quindi in seguito aprire a politiche comunitarie, non riguarda nuove ricerche sperimentali, cioè quei test utilizzati, sia in medicina umana che veterinaria, per studiare un farmaco ma, come si legge dal documento:

il progetto pilota dovrà raccogliere dati sui progetti di ricerca in omeopatia e fitoterapia che sono già stati intrapresi da Università e Istituzioni degli stati membri su quali risultati hanno ottenuto; il progetto dovrebbe inoltre stabilire se, e in quale in contesto, le università coinvolte cooperano.

Traducendo, si tratta di poco più di una review, ovvero in un’analisi comparativa dei dati già pubblicati. Come si giustifica, allora, una spesa così alta (prelevata, ricordiamo, dalle tasse dei contribuenti)?

Secondo Ben Goldacre, medico e popolare autore di Bad Science, è inspiegabile e, per dare un’idea delle proporzioni, 2 milioni di euro basterebbero per fornire accesso alla Cochrane Library (una notissima istituzione indipendente che è appunto specializzata nella compilazione di review in campo medico) per un anno a tutti i cittadini della UE.

Anche in questo caso, stando alle dichiarazioni riportate sinora, c’è una forte polarizzazione degli schieramenti politici. I promotori dell’iniziativa sono liberali, e gli unici a prendere nettamente le distanze sono dello schieramento conservatori. Se l’esperienza insegna (in Italia la situazione con il caso di Bella era speculare) con questo ce n’è più che a sufficienza per far passare l’aspetto scientifico in secondo piano: missione compiuta?

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac