POLITICA

Processo ai sismologi

POLITICA – Comincia il 20 settembre il processo, che si protarrà sicuramente per mesi o forse anni, per il terremoto dell’Aquila. Gli accusati sono Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, allora presidente dell’INGV, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto CASE, Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova, Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile e Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell’INGV e dovranno rispondere di omicidio colposo e lesioni colpose.

Nature scrive un ampio articolo che riassume la faccenda e analizza la situazione: ne consigliamo la lettura. Altri approfondimenti sono a disposizione su OggiScienza compresa la nota del giudice per l’udienza preliminare Fabio Picuti con le motivazioni del rinvio a giudizio.

Il giudice dichiara a Nature di sapere che non è possibile prevedere i terremoti, e che l’accusa non riguarda la mancata previsione quanto piuttosto la mancata valutazione dei rischi. Nella nota si legge però che “Le concause, anche quelle costituenti fatto illecito altrui, rientravano tutte nella sfera di prevedibilità degli imputati”, e in particolare “vi rientrava il giudizio di prevedibilità nel breve termine di un terremoto con i medesimi caratteri di quello verificatosi il 6 aprile alle ore 3,32″.

È un processo che per le implicazioni umane, sociali e scientifiche ci riguarda tutti, soprattutto vivendo noi in un paese che per la maggior parte è a rischio sismico.

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