CRONACA – Nel 2001 Jan Hendrik Schön era un giovane ricercatore famoso per i lavori sui nanomateriali: era addirittura riuscito a creare una plastica superconduttrice e un transistor molecolare. L’anno dopo ritrattava numerosi articoli. La settimana scorsa, una Corte d’appello tedesca gli ha revocato il dottorato.
Appena finito il dottorato all’università di Costanza e già con due premi al suo attivo, Schön era stato assunto come ricercatore dai Bell Labs, nel New Jersey, nel laboratorio diretto dal fisico Bertram Battlogg, al contempo professore alll’Istituto federale di tecnologia di Zurigo (ETH). Insieme a Battlogg pubblicava una media di un articolo scientifico ogni otto giorni sulle riviste importanti come Science e Nature. Nel febbraio 2002, a 31 anni riceveva il premio Oustanding Young Investigator della Material Research Society.
Dal 1999 però, alcuni fisici americani mettevano in dubbio i suoi risultati: non riuscivano a ripetere gli esperimenti descritti su Nature. Avvisarono il direttore di Nature che non ottenne risposte dai Bell Labs e avvisò la Lucent Technology – proprietaria dei Bell Labs – la quale, nel maggio 2002, affidò un’indagine a una commissione esterna.
Restava poco su cui indagare: dal computer di Schön erano scomparsi i files, dagli scaffali i campioni di materiali che aveva usato, persino i suoi strumenti si erano guastati. Comunque in 16 articoli, per un totale di 20 co-autori, c’erano misure implausibili e immagini uguali con didascalie diverse. Schön riconobbe di aver falsificato alcuni dati, di averne abbellito altri, di averne sbagliati molti in buona fede. Perse il posto.
Nel 2004, il Dipartimento di fisica dell’università di Costanza gli revocò il dottorato per “condotta disonorevole” e per “la più grave truffa in fisica degli ultimi 50 anni”, pur confermando la validità del lavoro svolto per la tesi. Schön ricorse al Senato accademico che confermò la decisione nel 2008. Fece causa all’università, la vinse in prima istanza e tornò Herr Doktor nel 2010.
Il 14 settembre scorso, la Corte d’appello gli ha tolto il titolo definitivamente e lo giustifica con il fatto che i successivi comportamenti di Schön hanno danneggiato la reputazione dell’università poiché non vi avrebbe imparato l’onestà indispensabile all’impresa scientifica. Ora ha un mese per fare appello, ma i suoi avvocati ritengono che ha poche probabilità di vincerlo.
Tre obiezioni, Vostro Onore
1. Posto che Schön fosse da sempre incline a barare, non gli era stato possibile perché i professori prendevano sul serio la supervisione dei propri dottorandi. Un vanto per l’università, no?
2. Con tutta la gente che dopo aver conseguito un dottorato commette reati ben più tremendi è difficile che un’università conservi uno straccio di reputazione.
3. Bertram Battlogg è tuttora professore all’ETH.
Foto: ETH. Da sinistra a destra J.H. Schön, Christian Kloc e B. Battlogg, 20o1.