ARTE, MUSICA E SPETTACOLI – Ormai dallo scorso mese e fino al 15 novembre, 80 statue di piccoli di elefante, vere e proprie opere d’arte, invadono pacificamente Milano. L’obiettivo? Salvare la specie dall’estinzione.
Alto due, anche tre metri, usa il lungo naso per odorare, respirare, emettere suoni simili a quelli di una tromba, bere e anche per afferrare cose, può arrivare a pesare cinque tonnellate ed è tra gli animali più longevi del mondo, con una durata media della vita in libertà di oltre 60 anni. Impossibile non intuire di chi stiamo parlando: l’elefante può vantare un identikit inconfondibile. E, ora, quello asiatico (più piccolo del cugino africano), anche di essere il protagonista della più grande esposizione d’arte all’aperto, Elephant Parade, sbarcata a Milano lo scorso mese dopo i successi di Rotterdam, Anversa, Amsterdam e Londra. Più di 80 statue di elefantini, a grandezza naturale, dipinte da artisti famosi ed emergenti hanno invaso la città meneghina, dal centro storico al quadrilatero fashion fino ai suggestivi Navigli, dove rimarranno a fare bella mostra di sé fino al 15 novembre.
Un evento «elefantastico», che si sposta di città in città ormai da cinque anni, con l’obiettivo di diventare il maggiore sostenitore mondiale della causa dell’elefante asiatico, minacciato dall’estinzione; alla fine dell’esposizione, infatti, tutte le statue vengono messe all’asta. Le ultime tre edizioni hanno fruttato più di 7 milioni di euro che sono stati donati alla Asian Elephant Foundation e ad una charity locale, diversa per ogni Paese. «L’abbinamento tra ricerca e creatività artistica», ha affermato Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon, l’organizzazione scelta per l’Italia, «ci offre una bella opportunità per portare all’attenzione del pubblico i temi della ricerca e delle malattie genetiche in un modo nuovo e molto efficace».
È lungo l’elenco degli artisti che hanno personalizzato i piccoli pachidermi. C’è il divertente ed eccentrico elefante del designer Karim Rashid, Elephant@work, Elefly della giovane e poetica Annalù, L.A. Star di Vincenzo Marsiglia, interamente realizzato in denim, Vinci, realizzato dal vignettista satirico Vincino, Arcobaleno, del pittore Marcello Lo Giudice: un vero tripudio di colori, Anima-le della scultrice Rabarama, ZAG di Aston Martin Zagato che ricorda una palla da biliardo, Little miss DMT degli inglesi Carrie Reichardt e Nick Reynolds, un elefante realizzato con la tecnica del mosaico, Dollar di Massimo Gurnari, pachiderma pop sul quale compare un George Washington lacrimante. All’Elephant Parade hanno partecipato anche professionisti in altri campi che, per l’occasione, si sono prestati all’arte: la modella internazionale Jodie Kidd ha pensato un elefante di ispirazione indiana, Luca di Montezemolo e il team Ferrari hanno tinto il cucciolo, naturalmente, di rosso, Fulco Pratesi ha invece scelto lo stile optical per il suo La vie en rose. E come non citare l’elefantino glam chic tutto glitter e Swarovski firmato dalla star Katy Perry, in esposizione alla Rinascente?
Chi non farà a tempo a scovare tutti gli elefantini sparsi per la città, prima che vengano battuti all’asta a Palazzo del Ghiaccio da Christie’s durante una speciale serata di gala, potrà rifarsi dal 19 al 21 novembre quando le statue raggiungeranno gli spazi dei Frigoriferi Milanesi per un simbolico saluto alla città. E poi via, alla volta di Singapore!