CRONACA – Fatto. Ora per l’Istat esisto anch’io. Ieri ho finalmente compilato il censimento. Un rapido flash back alla mia situazione di domenica 9 ottobre – è questa infatti la data di riferimento scelta per la XV fotografia dell’Italia – e ho risposto on line alle 84 domande del questionario rosso, venti minuti in tutto.
Per chi non l’avesse ancora fatto, c’è tempo fino al 20 novembre per consegnare i moduli compilati alle poste o rispondere via web. Dal 21 novembre fino al 29 febbraio 2012 entreranno in campo 60mila rilevatori per raccogliere i questionari non ancora restituiti. E il 31 marzo 2012 l’Istat diffonderà i primi risultati. È questa la timeline della macchina organizzativa del 15°censimento, che riguarda 25 milioni di famiglie ed oltre 61 milioni di cittadini, italiani e stranieri, residenti in 8.092 comuni.
Per il presidente dell’Istat Enrico Giovannini si tratta di un censimento “molto diverso da quelli del passato”, in linea con il regolamento europeo che fissa domande uguali per tutti i Paesi. La vera novità della rilevazione 2011 è che per la prima volta i cittadini possono rispondere alle domande attraverso la rete. Ma quando è scattata l’ora X qualcosa non ha funzionato. Più di mezzo milione di accessi al sito dell’Istat nelle prime ore di domenica 9 ottobre hanno fatto andare in tilt il sistema informatico, scatenando una serie di proteste da parte del popolo del web. Forse l’Istat non aveva previsto, nonostante un italiano su due abbia un accesso a Internet, un numero di richieste così alto. Del resto l’Italia si colloca al ventesimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea per quanto riguarda l’utilizzo di Internet da casa. Lo stesso Giovannini qualche giorno prima dell’avvio del censimento aveva detto ”Questo di Internet è un punto interrogativo. Non sappiamo quale percentuale userà il web. Noi stimiamo il 40%, speriamo si arrivi al 50%”. Nonostante il flop del primo giorno, il censimento on line piace: ad oggi il 41% delle famiglie ha scelto questa modalità di compilazione.
Veniamo ora alle domande, che cosa c’è di nuovo rispetto ai precedenti censimenti? In questi 150 anni le domande sono cambiate per cercare di stare al passo coi tempi e fotografare l’Italia che cambia. Il censimento 2011 è più attento all’ambiente, all’uso delle tecnologie, ai problemi di salute e per la prima volta riconosce le coppie di fatto. In particolare gli italiani dovranno indicare il combustibile usato per l’impianto di riscaldamento e l’eventuale utilizzo di impianti di energia rinnovabile. Sul fronte della tecnologia dovranno rispondere sulla disponibilità di telefonini e connessioni a Internet. Sono state inserite anche quattro domande, a cui però non è obbligatorio rispondere, sui problemi di salute che possono influenzare la vita quotidiana (problemi di vista, udito…). Infine le coppie di fatto, anche omosessuali, entrano nel censimento: tra le possibili relazioni che un italiano ha con il capofamiglia con cui vive è stata aggiunta la voce “Convivente in coppia con l’intestatario”.
Quanto ci costa essere censiti? In totale 590 milioni, tra contributi agli enti locali, spese postali, Internet e personale. Più o meno 10 euro a testa. Un terzo di quanto spendono gli Stati Uniti, poco più di quanto spendono gli inglesi.