SALUTE – M. ha 17 anni. È una bella ragazza, va bene a scuola, ma da due anni ha un grosso problema: la bulimia. Periodicamente sente il bisogno di “abbuffarsi”, ingerire in una volta sola, di nascosto, enormi quantità di cibo e poi vomitare tutto, per non ingrassare. M. sa che questo comportamento non è “normale”; si sente sola, inadeguata, sofferente ma non sa con chi parlarne. Un giorno, per caso, sente citare in tv un numero verde per i disturbi del comportamento alimentare (DCA): l’800180969. Lo si può chiamare rimanendo anonimi, per ricevere un sostegno e indicazioni su come affrontare il proprio disturbo. Dopo l’ennesima abbuffata, chiusa nella solitudine della sua camera, M. compone quel numero. E la sua vita, poco a poco, comincia a cambiare.
Il numero verde, istituito dall’Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Gioventù e gestito dall’Usl 2 di Perugia (in particolare dalla Residenza Palazzo Francisci per i DCA), è attivo dal 31 ottobre scorso: dal lunedì al venerdì, 24 ore al giorno. “Finora sono arrivate circa 750 telefonate, 10-15 al giorno. E per il futuro ce ne aspettiamo molte di più”, racconta Alessandro Ciarrocchi, biologo nutrizionista, uno dei quattro operatori che rispondono alle richieste d’aiuto. In due modi: cercando di accogliere il “paziente” e il suo disturbo, di aiutarlo a identificare con maggior chiarezza i suoi bisogni e i suoi desideri, di fornirgli un sostegno nei momenti di crisi. Ma anche fornendo indicazioni sulle strutture e i servizi del territorio che trattano in modo specifico i DCA: tutti rigorosamente pubblici oppure privati ma convenzionati con il servizio sanitario nazionale e accreditati dal Ministero della salute. L’elenco è disponibile anche sul sito www.disturbialimentarionline.it.
A due mesi dall’attivazione, è già possibile tracciare un primo report degli utenti-tipo del servizio: “Nella metà dei casi si tratta di genitori di ragazze (e pure di qualche ragazzo) con patologie alimentari: anoressia, ma soprattutto bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, che stanno diventando sempre più frequenti”, spiega Ciarrocchi. “Quando è il genitore a chiamare, significa che chi è colpito dal disturbo ancora non lo riconosce e non pone una domanda di cura: chi telefona vuole sapere come è meglio comportarsi per motivare la figlia o il figlio a un processo di cambiamento”. A volte, a chiamare sono i genitori di bambini anche molto piccoli (Ciarrocchi ricorda la mamma di una bimba di 4 anni che rifiuta di mangiare qualunque pasto servito alla mensa dell’asilo), a indicare una rapida trasformazione delle patologie del comportamento alimentare. Non più soltanto l’anoressia nervosa delle ragazzine, ma un universo variegato di disturbi.
Nell’altra metà dei casi a telefonare sono direttamente le persone colpite dal disturbo: per lo più giovani donne (dai 14 ai 25 anni), ma non mancano donne più mature, che tipicamente hanno cominciato a soffrire di una patologia alimentare dopo la menopausa. “Spesso queste persone provano molta vergogna, ma è importante che capiscano che i DCA non riguardano solo l’adolescenza, ma possono insinuarsi in corrispondenza di ogni cambiamento importante. E soprattutto che possono essere curati”, commenta il nutrizionista.
Nel suo lavoro alla postazione telefonica, Ciarrocchi è affiancato da un collega nutrizionista, da un’infermiera specializzata nella gestione di DCA e da una filosofa, Francesca Sorberi: una figura che forse può apparire strana in un contesto del genere, ma che ha invece un ruolo ben preciso, quello di portare il dialogo con i pazienti su un piano più profondo, esistenziale. “Partendo dai loro problemi reali, arriviamo a discutere di temi collegati ma più ampi, come la bellezza, il senso della vita, l’amore, la felicità, il dolore”, spiega Sorberi. “Spesso le ragazze mi dicono che per loro bellezza è entrare in una taglia 42. Allora rispondo che per Platone ‘bellezza è lo splendore del vero’ e a partire da questa considerazione cominciamo a riflettere insieme sul concetto di bellezza. Altre volte ragioniamo sul dolore, sul fatto che è una componente inevitabile della vita e che per essere superato deve essere attraversato”.
Secondo la responsabile del servizio, la psichiatra Laura Dalla Ragione, a lungo andare il numero verde servirà anche come osservatorio epidemiologico sulle patologie alimentari. Che sono purtroppo in costante crescita.
Immagine: Daniellehelm/Flickr/CC