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L’anno record

AMBIENTE – 820 disastri naturali, 380 miliardi di dollari di danni economici, 27.000 vittime: è questo il triste bilancio del 2011, annus horribilis dei disastri naturali. La stima arriva da Munich Re, una delle maggiori compagnie di assicurazioni del mondo, che ha calcolato i costi delle tragedie ambientali dagli anni ’80 a oggi.

Terremoti, inondazioni, uragani e altre calamità hanno raddoppiato, nell’anno appena trascorso, il costo economico che è passato da 152 a 380 miliardi di dollari, battendo il precedente record del 2005. A far schizzare il conteggio dei danni sono stati due terremoti: quello dell’11 marzo in Giappone, responsabile per oltre metà delle perdite, e quello del 22 febbraio in Nuova Zelanda.

Secondo i dati del rapporto di Munich Re, circa il 90% degli 820 eventi disastrosi è stato causato da fenomeni meteorologici (alluvioni, siccità uragani…), mentre solo il 10% da fattori geofisici (terremoti e tsunami). In termini di impatto economico, la situazione è quasi rovesciata: quasi due terzi del costo dei danni sono, infatti, attribuibili ai terremoti.

Senza dubbio, nel 2011, si è verificata una sequenza insolita di disastri violenti, ma c’è un altro fenomeno alla base dell’aumento dei danni economici: la sempre maggiore presenza di infrastrutture e insediamenti umani nelle zone a rischio.

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