MRPOD – Ieri, oggi, domani. Ci sembrano concetti chiari, condivisi. Un’ora è un’ora per tutti. Ma la scienza c’insegna che spesso il mondo non è come ci appare a prima vista. E anche il tempo non è assoluto come tendiamo a pensare nella nostra vita quotidiana. Un secolo fa, la teoria della relatività generale di Albert Einstein ha smantellato il concetto di tempo galileiano, universale, dimostrando che ore, minuti, secondi si possono contrarre e dilatare a seconda della velocità a cui ci si muove. Più è alta la velocità, più le lancette rallentano. Ma anche la gravità distorce il tempo: maggiore è l’una, più lento è l’altro, così che per chi vive al mare le giornate passano (in maniera infinitesimale) più lentamente rispetto a chi vive in montagna e addirittura nell’Universo, in prossimità dei buchi neri che esercitano un fortissimo campo gravitazionale, l’orologio di un osservatore esterno si fermerebbe.
Ora, la fisica moderna è sul punto di effettuare un ulteriore salto avanti. La sfida è unificare le due grandi teorie del Novecento: la relatività che vale su larga scala, e la meccanica quantistica, che funziona nell’infinitamente piccolo. Ebbene: in quest’ulteriore passaggio, del tempo, per come lo conosciamo noi, non resterebbe proprio più nulla. Già, perché almeno qualche brandello del senso comune la relatività generale ce lo aveva lasciato. In particolare, il concetto della simultaneità di due eventi coincidenti nello spazio e nel tempo. Una frase del tipo “Quando il fulmine ha colpito la casa, è andata via la luce” per Einstein ha senso, perchè gli eventi sono avvenuti contemporaneamente nello stesso luogo, mentre dire “L’esplosione è avvenuta proprio mentre passavo in macchina nel punto più vicino dell’autostrada, a due chilometri di distanza dall’esplosione“, non è corretta, perché non ci può essere simultaneità oggettiva, assoluta, per due eventi lontani nello spazio.
Con le nuove teorie, dovremmo dire addio anche alla simultaneità spazio-temporale. Ne parliamo al Festival delle Scienze 2012 di Roma con Giovanni Amelino-Camelia, fisico dell’Università La Sapienza di Roma, esperto di gravità quantistica e considerato uno dei cervelli più promettenti candidati a “superare” Einstein.