AMBIENTE – È successo a tutti: programmare una bella gita fuori porta, complici le previsioni del tempo favorevoli, e ritrovarsi a sbaraccare il pic-nic in tutta fretta perché si avvicina un temporale inatteso. È capitato anche al sindaco di Roma e, più in generale, alle autorità del centro Italia, colte alla sprovvista da una serie di nevicate non solo straordinarie, ma – a detta di molti – ben più intense del previsto.
Abbiamo chiesto a Daniele Cat Berro di commentare, a nome della Società Meteorologica Italiana, la “caccia al meteorologo” inscenata da diverse amministrazioni locali per giustificare il caos organizzativo.
Daniele Cat Berro, è vero che la forte nevicata dello scorso fine settimana a Roma non era stata prevista?
Non è così: le previsioni sono state affidabili. La stampa nazionale ha pubblicato i documenti trasmessi all’amministrazione di Roma Capitale da parte della Protezione Civile. A questo proposito va detto che esprimere le precipitazioni nevose in millimetri di pioggia è del tutto corretto da un punto di vista scientifico, pur essendo, evidentemente, un’indicazione che può confondere chi non si occupa professionalmente di meteorologia. Se c’è stato un problema, allora, si è trattato di carenze comunicative interne alla macchina amministrativa, non certo di informazioni errate da parte della comunità meteorologica.
Dunque la colpa è delle autorità…
Ma anche dei cittadini. Il maltempo di questi giorni è effettivamente intenso, e non possiamo pretendere che le città del centro-sud si tengano costantemente pronte ad affrontare simili situazioni, che si presentano una volta ogni trent’anni. La società, invece, ormai esige di svolgere normalmente le proprie attività quotidiane anche quando le condizioni atmosferiche sono oggettivamente proibitive e gli appelli a rimanere in casa sono lanciati per tempo.
Con quale anticipo si può prevedere una nevicata così copiosa?
Tre, quattro giorni. Ma le tendenze generali possono essere previste anche a una decina di giorni di distanza: noi da tempo dicevamo che a fine gennaio avremmo avuto un drastico peggioramento delle condizioni atmosferiche. Un discorso diverso vale per fenomeni molto localizzati, come i temporali, che effettivamente non possono essere previsti con un anticipo così grande. Ma non è il caso del maltempo di questi giorni.
E i siti web che pretendono di dirci che tempo ci sarà tra due settimane alle tre del pomeriggio? La comunità meteorologica non guarda con sospetto a questa crescente spettacolarizzazione del meteo?
La tendenza è evidente: stiamo addirittura importando dagli Stati Uniti la moda dei canali televisivi dedicati esclusivamente alla meteorologia. Mettendomi nei panni del pubblico, rispondo che la proliferazione di siti web e spazi televisivi dedicati alle previsioni del tempo è indubbiamente un bene. Certo è difficile, per chi non si occupa professionalmente di meteorologia, distinguere un prodotto scientificamente accurato da uno specchietto per le allodole. Forse il principale indizio a cui prestare attenzione è proprio la frequente spettacolarizzazione: difficilmente si coniuga con il rigore scientifico.
Crediti immagini: ste:w2012