JEKYLL – Parte domani la prima edizione della Repubblica delle Idee, in programma a Bologna fino al 17 giugno per festeggiare il quotidiano romano e i suoi lettori. Quattro giorni di incontri, dibattiti e conferenze sui grandi temi dell’attualità nazionale e internazionale per Scrivere il futuro, come recita il sottotitolo dell’evento.
Alla kermesse bolognese si parlerà anche del presente del giornalismo italiano, facendo il punto sui nuovi linguaggi legati al web 2.0 e approfondendo i mille volti del cronista (dal reporter di guerra al redattore di moda e costume). Riportando le parole di Ezio Mauro, la Repubblica delle Idee sarà l’occasione per fare incontrare lettori e giornalisti della testata, legati da un “rapporto particolare anche per una certa idea di Italia”, come lo stesso direttore ha dichiarato qualche giorno fa alla trasmissione Otto e Mezzo di La7.
Per analizzare in che modo il Festival di La Repubblica intende alimentare questa osmosi tra i suoi lettori e la redazione, Jekyll propone un confronto tra questo appuntamento e l’Open Week-end che il Guardian ha organizzato lo scorso 24 e 25 marzo. Il quotidiano londinese, che ha letteralmente aperto le proprie porte ai lettori, tant’è che molti incontri si sono svolti nella sede storica di King’s Place, è stato tra i primi in Europa a lanciare nel 2006 una piattaforma virtuale (Comment is Free) dedicata ai commenti e approfondimenti dei lettori sulle notizie del giorno. Passando in rassegna i rispettivi programmi emergono delle differenze nel modo di promuovere la partecipazione dei lettori alla vita dei due quotidiani. Vediamo quelle più significative.
Da lettore a co-autore. Armati di computer portatili e smartphones, i partecipanti alla due giorni londinese si sono messi al lavoro sperimentando le nuove forme di comunicazione che il giornalismo digitale offre sia ai giornalisti di professione che ai lettori stessi. Workshop per realizzare podcast, prodotti multimediali, infografiche, fotografie, oltre ad una sessione su come creare in casa il proprio quotidiano, si sono alternate alle conferenze più ingessate a cui hanno preso parte premi Nobel e esperti di tutto il mondo. E il pubblico di Bologna? Potrà entrare nel vivo del mestiere assistendo alla riunione di redazione che sarà trasmessa da Roma in tele-conferenza venerdì 15 e sabato 16 giugno.
Il modello “Ted Conference”. Sull’efficacia di questi brevi talk si è discusso molto fuori dall’Italia, certo è che il format della Ted poco si presta a coinvolgere direttamente il pubblico. Le trenta idee che faranno la differenza nel nostro Paese saranno presentate a Next, il festival dell’innovazione che andrà in scena domenica 17 giugno. Una lectio magistralis del XXI secolo che poco si presta a favorire l’interattività.
Le firme del quotidiano. A Londra è scesa in campo la formazione del Guardian al gran completo: dai fotografi ai giornalisti, dai capo-redattori ai digital developers. Ogni anima del quotidiano inglese ha messo a disposizione dei suoi lettori la sua professionalità per incentivare quel giornalismo partecipativo su cui ha puntato da diversi anni. A Bologna saranno le grandi firme della Repubblica a tirare le fila e moderare i diversi incontri in programma.
Se è vero che il giornalismo italiano si è da sempre differenziato da quello anglosassone per la sua indiscussa vocazione all’approfondimento (talvolta aulico), il Festival delle Idee non è, forse, un’occasione mancata per aprire a una partecipazione più attiva dei lettori? Una domanda che Jekyll ha posto agli organizzatori della Repubblica delle Idee. In attesa della risposta (che incolleremo qui sotto appena arriva), che la festa cominci, come direbbe Niccolò Ammaniti. E non senza i vostri commenti, aggiunge Jekyll.