CRONACA – “Ridurre gli uffici e gli organici” (cioè il personale) almeno del 20% e “razionalizzare gli assetti strutturali”, per esempio eliminando le duplicazioni. Ecco che cosa chiede agli enti di ricerca (come pure alle amministrazioni e agli enti pubblici) il decreto legge sulla spending review approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri. Insomma, in qualche modo si cambia, anche se non è ancora chiaro come e in che tempi.
Il dettagliato comunicato stampa emesso da Palazzo Chigi (il provvedimento completo sarà presto disponibile in Gazzetta Ufficiale) non menziona il destino di singoli enti di ricerca, come si leggeva in alcune bozze circolate nei giorni scorsi. In altre parole: non c’è scritto nero su bianco che Ogs, Inrim e Indam finiranno nel Cnr, che Inaf confluirà nell’Infn e che Inran sarà inglobato nel Centro di ricerca in agricoltura. Però è chiaro che un progetto di riorganizzazione di questi enti c’è.
Ambienti vicini al Ministero dell’istruzione e della ricerca confermano che revisioni e accorpamenti, specie per enti piccoli o molto piccoli, potrebbero far parte di misure di contenimento della spesa applicate in un prossimo futuro.
Immagine: Sertion