CRONACA – Prima c’era un antenato essenzialmente onnivoro. Dopo si sono differenziate due discendenze, una carnivora e un’altra vegetariana. La seconda ha avuto meno successo e si è estinta. Questo quello che a grandi linee si legge in un paper pubblicato ieri 8 agosto su Nature.
In pricipio c’era l’australopiteco (vissuto da 4 a 2 milioni di anni fa), da cui si sono differenziate due linee evolutive, homo (noi) e parantropo (estinto un milione d’anni fa). L’ipotesi più accreditata al momento è che parantropo si è estinto perché aveva una dieta troppo specializzata per affrontare i cambiamenti climatici avvenuti nel periodo della sua scomparsa, mentre homo variava di più e per questo è sopravvissuto. Lo studio di Vincent Balter dell’Università di Lione offre ora una visione alternativa.
Studiando la composizione isotopica dello smalto dei denti prelevato da numerosi fossili di australopiteco, homo e parantropo Balter e colleghi hanno dedotto alcune cose. Innanzitutto che Australopithecus era onnivoro e aveva una dieta molto più variata dei due “figli”. Sia parantropo che homo invece a quanto pare avevano diete piuttosto specializzate, e la differenza stava invece nella composizione di questa dieta. Parantropo infatti era tendenzialmente vegetariano, mentre homo basava la sua sopravvivenza in particolar modo sulla carne.
Evidentemente la selezione naturale ha favorito homo non per la sua maggiore flessibilità in fatto di cibo, ma forse solo perché il tipo di cibo preferito da questa specie è stato in quel periodo più disponibile di quello scelto invece da parantropo.