CRONACA – Si chiama epimerasi e potrebbe essere la chiave di volta della lotta contro la tubercolosi. È un enzima coinvolto nella sintesi della parete cellulare di Mycobacterium tubercolosis, il microrganismo responsabile della malattia. La buona notizia è che un gruppo di biologi strutturali dell’Università di Pavia è riuscito a descrivere in dettaglio la struttura molecolare dell’enzima e ora che questa è nota si può cominciare a disegnare farmaci mirati contro la molecola, per metterla ko uccidendo il batterio.
L’annuncio, pubblicato su Science Translational Medicine, arriva in un momento cruciale della battaglia contro la tubercolosi, una malattia che continua a uccidere due milioni di persone all’anno, anche grazie alla comparsa di forme resistenti a molti dei farmaci utilizzati per combatterla, se non a tutti. D’altra parte, la ricerca è stata ferma per moltissimo tempo e solo nell’ultimo decennio ha ripreso vigore, identificando nuove, potenziali armi farmacologiche. Tra queste spiccano i benzotiazinoni ed è proprio da loro che prende le mosse la nuova linea di ricerca .
Tutto è cominciato tre anni fa, quando l’équipe di microbiologi di Giovanna Riccardi, sempre dell’Università di Pavia e in collaborazione con altri membri del consorzio internazionale New Medicines for Tuberculosis, ha individuato il bersaglio cellulare di uno dei benzotiazinoni, il BTZ043. Si trattava appunto dell’epimerasi, un enzima chiave per la vita del batterio e dunque candidato ideale a diventare bersaglio non solo di BTZ043 (che è molto efficace in vitro, ma meno in vivo), ma anche di altri farmaci. Per il design di nuove molecole, però, occorre avere la struttura del bersaglio e per ottenerla Riccardi ha chiesto una mano ai colleghi cristallografi Andrea Mattevi e Claudia Binda.
Il gruppo ha determinato la struttura sia dell’epimerasi da sola, sia dell’enzima legata al suo inibitore BTZ043: un caso decisamente raro nell’ambito degli studi antitubercolari, dove sono ancora molto scarse le conoscenze sui meccanismi di interazione tra i farmaci e il batterio. Ora però sembra proprio che qualcosa sia destinato a cambiare: gli studiosi si aspettano grandi risultati dalla ricerca di nuovi agenti diretti contro l’epimerasi. E nel frattempo, continua la sperimentazione clinica di una decina di altri nuovi farmaci antitubercolari.
Immagine: American Red Cross