IL PARCO DELLE BUFALE – Sul Giornale, Riccardo Cascioli traduce un post americano a proposito di una ricerca sulle emissioni di metano nell’emisfero nord negli ultimi 2.000 anni. Di suo aggiunge un’informazione originale: per fabbricare armi, gli antichi romani usavano il carbone e/o il petrolio.
Il 4 ottobre, usciva una bufala di Anthony Watts (foto) – pagato dall’istituto Heartland per diffondere pseudoscienza del clima – in parte ripresa da un suo omologo australiano. L’indomani la firmava il collega Cascioli (foto)
Trovati i colpevoli del global warming: gli antichi romani
Un marchio d’infamia si sta per abbattere sugli antichi Romani, verso i quali finora l’umanità era grata per averci donato acquedotti, sistemi di irrigazione e di fognature, strade, il diritto, opere architettoniche e artistiche di grande rilievo.
Nota 1.
Pare che anche loro siano stati responsabili del riscaldamento globale registrato nei primi due secoli dell’era cristiana. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla rivista Nature, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Celia Sapart dell’Università di Utrecht (Olanda)
Come si vede dal sunto (figure, calcoli e dati gratis), si tratta di un’analisi
di dati ad alta risoluzione degli isotopi di carbonio (contenuto δ13C) nel metano di due carote di ghiaccio estratte in Groenlandia,
dette NEEM ed EUROCORE, i cui isotopi sono confrontati con quelli delle carote antartiche WAIS e Law Dome. Gli autori ne derivano correlazioni tra le diverse fonti e (link redazionali)
sia con la variabilità climatica naturale – come il Periodo caldo medievale e la Piccola era glaciale – che con cambiamenti nella popolazione e nell’uso del territorio, per esempio durante il declino dell’impero romano e della dinastia Han e l’espansione demografica del periodo medievale.
R. Cascioli non ci bada. Ricopia da Watts una differenza tra il sunto di Nature (multidisciplinare) e quello di una presentazione a una conferenza di specialisti in cui le scansioni storiche non figurano:
Il cambiamento, non indifferente, si può spiegare con la «necessità» di dimostrare che l’attuale riscaldamento globale è dovuto all’uomo, forzando indebitamente il contenuto della ricerca stessa.
In realtà, l’articolo su Nature attribuisce “all’uomo” gli aumenti di certi isotopi di carbonio, non quello della temperatura e men che meno “l’attuale riscaldamento globale”.
A onore del collega Cascioli, va detto che il suo testo non è uguale a quello di Watts. Aggiunge infatti che l’impero romano e la dinastia Han hanno usato
combustibile fossile per fondere i metalli, allo scopo soprattutto di costruire armi…
La custode condivide il giudizio e la domanda di un fedele lettore del Giornale:
Articolo conciso e informato/informante (il che non è poco, complimenti!). Un altro colpo assestato ai sacerdoti del riscaldamento globale “human-made”. Però mi tolga una curiosità: quale sarebbe il “combustibile fossile” usato dagli antichi “per fondere i metalli”?
Con simpatia.
Nota 1. C’è una mozzarella in frigo per il lettore che identifica per primo la citazione riprodotta senza virgolette.
Foto: Sepp Kipfstuhl per NEEM