AMBIENTE – Ogni autunno con l’arrivo delle prime piogge intense le strade delle città rischiano di trasformarsi in un percorso a ostacoli, caratterizzato da buche, voragini e sprofondamenti del terreno.
Il rapporto sulla “Qualità dell’ambiente urbano”, elaborato dell’Istituto superiore per le protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha censito dal 2008 alcune migliaia di casi di sprofondamenti stradali.
Tra le città con il terreno “più fragile” ci sono Roma con 1.832 eventi registrati, seguita da Napoli (234) e Cagliari (67).
I fattori responsabili di queste buche e voragini sono diversi, dall’esistenza di una rete di cavità sotterrane fino alle insufficienze del sistema di smaltimento fognario e delle acque di superficie.
Se in condizioni naturali, il suolo è in grado di trattenere l’acqua piovana e regolarne lo scorrimento in superficie, i processi di urbanizzazione hanno minato questa capacità. Il terreno, una volta impermeabilizzato per costruire case, cantieri o discariche, perde la sua funzionalità, favorendo fenomeni erosivi e il trasporto dei sedimenti.
Dall’analisi del consumo del suolo delle città, sintetizzato nell’infografica, emerge come più della metà della aree urbane considerate abbia un consumo di suolo superiore al 30% della superficie totale. In ben 4 città il consumo del suolo è superiore al 50%.
Una situazione che oltre a indebolire la resistenza delle città nei confronti di alluvioni, frane e inondazioni, sottrae suolo alla produzione agricola e alle aree naturali.
Crediti immagine: Laura Pulici