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Rigassificatore di Trieste: incognita sicurezza

AMBIENTE – È da due anni che a Trieste, appare e scompare, la notizia della costruzione di un rigassificatore onshore nella zona di Zaule, a una manciata di chilometri dal centro cittadino. Dopo una serie di false partenze, smentite e apparenti retro-front, da qualche settimana, l’impianto a mare, proposto dalla multinazionale spagnola Gas Natural Fenosa, attraverso la società Gas Natural Rigassificazione Italia, sembra più vicino alla sua realizzazione. Il rigassificatore di Trieste che rientra tra le scelte energetiche dell’attuale Governo (almeno da quanto si legge dalla bozza della SEN – Strategia Energetica Nazionale), è stato criticato, sia a Trieste che nella vicina Slovenia, specialmente per quel che riguarda l’impatto ambientale sull’ecosistema marino e la convenienza economica, tutta da dimostrare. Ma un altro aspetto che preoccupa è il problema della sicurezza dell’impianto che, in caso di incidente andrebbe a colpire in modo pesante le aree industriali (a rischio d’incidente rilevante) presenti nella zona e i centri abitati della costa, come la cittadina di Muggia. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Marino Valle, esperto a livello europeo in sicurezza e pianificazione energetica.

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