LIBRI – Una riflessione sul futuro della scienza: è il sottotitolo del libro, pubblicato da Codice Edizioni, che affronta le tematiche più calde della scienza di oggi, la connessione tra la scienza e la società ed esplora quelle che sono le frontiere ancora aperte della scienza.
L’idea alla base del libro è semplice: la scienza sempre di più influisce sulle nostre vite tanto che molte decisioni politiche importanti (come energia, salute e ambiente) sono a carattere scientifico. Se la scienza è riservata agli scienziati questo significa che i cittadini non possono avere accesso al dibattito che porterà i politici a prendere delle decisioni? No, secondo l’autore tali decisioni a carattere scientifico, per la loro importanza e per il fatto che le ricadute andranno a discapito o a favore di tutti (in certi casi dell’intero pianeta), devono essere frutto di un ampio dibattito pubblico. Da qui un libro che cerca di dare al pubblico un’idea di base dei problemi in questione, proprio per poter prendere parte al dibattito pubblico.
L’autore, Martin Rees, ha un curriculum notevole: presidente della Royal Society, Master del Trinity College e professore di cosmologia e astrofisica a Cambridge. Nel 2010 è stato chiamato a tenere le Reith Lectures, una serie di conferenze che si tengono ogni anno dal 1948, condotte da personaggi importanti e passate in radio da BBC4. Una volta aggiornati e ampliati, i testi degli interventi sono diventati un libro interessante formato da quattro capitoli distinti e indipendenti, che possono essere letti con un ordine a piacere.
Vengono presentati molti problemi che legano la scienza e la società come il cambiamento climatico, la questione energetica, fornendo interessanti spunti di riflessione; ma l’analisi non si ferma ai problemi di oggi, un capitolo è infatti interamente dedicato a un tuffo nel futuro a partire da una riflessione di Arthur C. Clarke
“qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia: oggi siamo in grado di prevedere quali tecnologie ci saranno fra secoli non più di quanto un antico romano avrebbe potuto immaginare gli odierni navigatori satellitari e i telefoni cellulari”.
Il punto focale di tutto il libro rimane comunque il ruolo degli scienziati, che sono prima di tutto cittadini, in un epoca (il cosiddetto Antropocene) in cui siamo noi uomini per la prima volta nella storia della Terra a essere la causa di molte catastrofi naturali.
“Il loro impegno è più che mai necessario: la scienza non riguarda solo gli scienziati. Tutti noi dovremmo far sentire la nostra voce per essere certi che la scienza sia applicata eticamente, e a beneficio dei paesi sviluppati come in quelli in via di sviluppo.”