CRONACA – Sapersi mettere nei panni dell’altro comprendendone il punto di vista è una capacità unica, tipica solo dell’essere umano e dei primati.
Questo è quello che gli psicologi hanno creduto fino ad oggi. Ma uno studio condotto all’Università di Plymouth in collaborazione con il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology smentirebbe questa teoria, aprendo nuove strade per interpretare il comportamento dei cani. Sebbene vadano riconfermati da ulteriori test, i risultati della ricerca, pubblicata anche sulla rivista Animal Cognition, mostrano che i cani sono in grado di valutare le percezioni e le capacità degli altri individui e, di conseguenza, il loro punto di vista. Non rispondono unicamente a stimoli dati.
Ecco come i ricercatori hanno testato le abilità canine: 42 cani, 42 padroni e un pezzetto di cibo.
Mentre i padroni vietavano al loro cane di mangiare il cibo messo in vista, gli sperimentatori modificavano le condizioni di illuminazione. Nel set la prima volta tutto è ben illuminato: sia il padrone che il cibo proibito. Nel secondo test il padrone è al buio e il cibo illuminato. Poi viceversa. Infine l’intera scena non è illuminata.
Se dessimo per buona l’idea iniziale secondo cui solo le scimmie sono in grado di capire le capacità dell’altro, allora i risultati dovrebbero indicare che l’illuminazione, per i cani, non è importante ai fini del furto. Ma in questo test non è stato così. I cani rubavano ben quattro volte più spesso quando sia il padrone che il cibo erano al buio dimostrandoci che anche loro sanno capire quando possiamo e quando non possiamo vederli. Tengono in considerazione la prospettiva altrui prima di rubare. Che questo sia un segnale del fatto che sono anche in grado di comprendere e “analizzare” i contenuti della mente dell’uomo? Chi ha un cane direbbe di sì.
Crediti immagine: The U.S. National Archives, Flickr