RICERCA – Il 19% delle specie di rettili mondiali sono a rischio di estinzione: questo è il risultato di un incredibile sforzo di monitoraggio, guidato dalla Zoological Society of London e dell’IUCN che ha coinvolto centinaia di ricercatori in tutto il mondo.
L’approccio sperimentale ha previsto la selezione casuale di 1.500 specie di rettili (circa il 16% delle oltre 9.000 specie di questa classe di vertebrati note alla comunità scientifica), che rispecchiano fedelmente la rappresentanza di ogni gruppo in base alla diversità rettiliana mondiale (58% lucertole, 37% serpenti, 3% testuggini/tartarughe, 2% anfisbene, <1% coccodrilli), e la determinazione del rischio di estinzione di ciascuna di esse sulla base delle categorie della Red List della IUCN. I risultati, pubblicati in questi giorni sulla rivista Biological Conservation, indicano che tra le specie minacciate circa il 12% sono considerate Critically Endangered, quindi a severo rischio di estinzione, mentre nessuna, e questa è una buona notizia, è stata identificata come estinta o estinta in natura (anche se viene ammessa la possibiltà che tre di esse, Anolis roosevelti, Ameiva vittata e Stenocercus haenschi, lo siano).
Un dato particolarmente rilevante è che per ben il 21% delle specie non è stato possibile attribuire uno stato di rischio a causa della scarsità di dati a disposizione: questa situazione è estremamente diffusa per le specie che vivono nelle aree tropicali, siano esse americane, asiatiche o africane. L’Oceania, invece, è il continente che conta la maggior percentuale di specie minacciate (43%), mentre all’estremo opposto si trovano le regioni del Paleartico (12%).
Le minacce maggiori per le specie, come sempre, sono da attribuirsi all’azione dell’uomo: l’intensificazione dell’agricoltura, il prelievo incontrollato nonché lo sviluppo urbano e la presenza di specie alloctone sono infatti le cause maggiori di perdita di biodiversità rettiliana.
Infine, la percentuale delle specie a rischio varia notevolmente tra i diversi gruppi tassonomici e tra le specie adattate ai differenti habitat: ad esempio, le specie acquatiche, sia di acqua dolce che marine, risentono maggiormente rispetto a quelle terrestri. Allo stesso modo, tartarughe e coccodrilli sono considerate mediamente più minacciate rispetto agli squamati (lucertole e serpenti) e alle anfisbene.
Sebbene le specie minacciate di rettili siano mediamente inferiori sia agli anfibi (45%) che ai pesci (25%) e ai mammiferi (25%), le situazioni dei singoli taxa nelle diverse regioni della Terra sono molto diverse tra loro: i prossimi passi saranno pianificare efficaci e mirate politiche di tutela focalizzate principalmente nelle regioni in cui il rischio è maggiore e rilevare le informazioni riguardo allo status delle specie finora poco note.
Riferimenti:
Monika Böhm et al. The conservation status of the world’s reptiles. Biological Conservation, 2013; 157: 372 DOI: 10.1016/j.biocon.2012.07.015
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