AMBIENTECOSTUME E SOCIETÀ

Climatologia = Bulgaria

winter-84723_640COSTUME E SOCIETÀ – Sulle Environmental Research Letters si legge che, secondo il 97% dei climatologi, il riscaldamento globale in corso è colpa dei gas serra che aggiungiamo all’atmosfera. Incredibile! Un’esigua retroguardia si ribella tuttora alla dura lex sed lex della fisica dei gas.

Conviene dire subito che i risultati di John Cook, Dana Nuccitelli e sette co-autori, più quelli ringraziati per il contributo, non si discostano molto dai precedenti. L’analisi di 928 pubblicazioni fatta da Naomi Oreskes e uscita su Science nel 2004 (consenso del 100%) e i sondaggi fra gli addetti ai lavori di Doran e Zimmerman e di Anderegg et al.  nel 2010 (consenso del 97%) avevano già dichiarato vinto il plebiscito. Cook et al. hanno usato più dati e una tecnica più rigorosa (1), “oltre che lunga e stancante”, dice il prof. Riccardo Reitano che lo sa per esperienza diretta.

Hanno preso dall’ISI Web of Knowlege i sunti di 11.944 articoli usciti su 1.980 riviste scientifiche tra il 1991 e la fine del 2011. Sono stati letti e valutati  almeno da un esperto e da un volontario anonimo sui 24 sui arruolati per la bisogna, e classificati in tre “posizioni”:  AGW (riscaldamento globale antropogenico),  neutrale, no-AGW (il riscaldamento non è antropogenico).

erl460291f3_onlineI sunti erano per lo più “neutri” nel senso che la ricerca non riguardava le cause dei cambiamenti climatici. Dei 4 mila che se ne occupavano, quasi 1.400 prendevano una delle 3 posizioni già nel sunto. Per controllare che la classifica fosse corretta, 1.200 climatologi hanno auto-classificato i propri articoli (3.000 in tutto) e gli “AGW” sono aumentati dello 0,2%. Se si calcola la percentuale delle firme, invece che dei sunti, il 98,4% dei climatologi si definiscono “AGW”, 0,7% “dubbiosi” e 0,3% “no-AGW”.

La differenza dello 0,2% si spiega: in caso di incertezza, autori e volontari sono stati più conservatori di John Powell e hanno messo il sunto nella categoria “neutra”.  D’altronde l’AGW è un fatto e parecchi ricercatori non lo precisano più, così come i geologi non precisano che la Terra è rotonda.

Se l’opinione pubblica sapesse gli scienziati così concordi, dice John Cook, sarebbe meno scettica sugli effetti dei gas serra e chiederebbe interventi per limitarli. Negli Stati Uniti è probabile, perché da 20 anni le campagne di comunicazione di politici e industrie hanno l’obiettivo di “manifatturare la controversia” con l’aiuto dei rari scienziati dissidenti. In Italia gli sforzi di meteorologi televisivicreazionisti e fautori della fusione fredda hanno avuto altrettanto successo? Risposta lunedì 20 maggio all’università Bocconi di Milano, quando sarà presentata l’indagine IPSOS  su come gli italiani percepiscono i rischi del cambiamento climatico.

(1) I lettori che vogliono replicare la ricerca possono accedere ai sunti, al metodo e ai “dati supplementari“, i dettagli della classifica saranno messo on line appena finisce la buriana mediatica. Entro il week-end, penso.

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Crediti immagine: Public Domain Pictures, Pixabay

Grafico: John Cook et al., Environ. Res. Lett. 2013

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