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Dammi uno zombie e ti accenderò una stella

800px-Heic0411aCRONACA – Nuove osservazioni compiute grazie allo spettrografo ad alta risoluzione del telescopio Hubble, sembrano fornire interessanti novità nel campo della formazione stellare.
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Physical Review Letters da ricercatori dell’università di Berkeley, mostra come le variazioni di densità del gas orbitante in una protostella siano in grado di generare particolari turbolenze simili a vortici, necessarie per la formazione delle stelle.

Nelle prime fasi della nascita di una nuova stella, dense nubi di gas collassano in vari raggruppamenti che, tramite il momento angolare, cominciano a ruotare come tanti frisbee. In questo modo, lentamente inizia a formarsi la protostella. Ma affinché questa protostella aumenti di volume, il disco rotante ha bisogno di perdere parte del suo momento angolare in modo che il gas rallenti e si diriga verso l’interno della protostella stessa. Una volta che il corpo ha guadagnato massa sufficiente, può avere inizio la fusione nucleare.

Un problema nella teoria corrente consiste però nel fatto che sembra che il gas presente nel disco protoplanetario – l’insieme di gas e polveri in orbita attorno ad una stella che rappresenta il luogo di formazione dei sistemi planetari – debba essere ionizzato, in modo da interagire con un campo magnetico e “accendere” la futura stella. Tuttavia, ci sono regioni del disco protoplanetario che sono troppo fredde perché avvenga la ionizzazione e proprio per la loro estrema stabilità esse sono definite dagli astronomi  “zone morte”.

Ebbene, la scoperta dei fisici di Berkeley è interessante perché rivela delle turbolenze simili a vortici che hanno origine proprio da queste zone considerate morte, grazie a cambiamenti di densità da una parte all’altra di queste regioni, che a loro volta destabilizzano il gas orbitante in modo che esso collassi sulla protostella, dando inizio appunto al processo di formazione stellare. E proprio per aver avuto origine da queste zone ritenute morte, questi vortici sono stati amichevolmente soprannominati dai fisici “vortici zombie”.

Crediti immagine: NASA/ESA and the Hubble Heritage Team (AURA/STScI)/HEIC, Wikimedia Commons

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.