CRONACA

C’è tavola e tavola

Periodic_table_(polyatomic).svgCRONACA – Avventure dell’inviata nei meandri del capolavoro di Dimitri Mendeleev, dalle riproduzioni non sempre affidabili, alla ricerca di un misterioso Astato (non è un errore di battitura, questa volta).

Aspettavo il nuovo capitolo del romanzo L’idrogeno, chi è costui?, invece è un articolo “divertente” della coppia Neil Ashcroft (fisico teorico) – Roald Hoffmann (chimico teorico), guidata dal primo autore Andreas Herrmann, un neodottorato “di grande talento”.

Il giorno che dottorano uno così così, secondo voi mi avvertono?

Condensed Astatin:  Monoatomic and Metallic” è zeppo di allusioni per adepti. Al posto delle Physical Review Letters, glielo avrei fatto riscrivere. Veramente, dice il chimico teorico Hoffmann, son stati loro a chiedere altre informazioni ancora, e ancora, senza darci una pagina in più. Quello che debordava, l’abbiamo riversato nei Materiali supplementari.

Pazienza, mi butto nella tavola periodica a cercare l’astato. Prima mi ero procurata una grande mappa a colori e fatto un giro su Wikipedia. Di mezzo c’è un italiano mitico.

Eccolo lì! Penultimo nella riga 6, l’At 85 è stato prodotto per la prima volta negli anni Quaranta da Emilio Segrè et al. bombardando del bismuto. L’hanno chiamato così dal greco perché dal latino veniva instabilino e non sembrava serio. Verrebbe usato come tracciante per l’imaging in oncologia, se si fosse riusciti a immobilizzarne più di 0,5  microgrammi. Se ne sa quel che sapeva Segrè, poco. Però sta in fondo gli alogeni, è l’ultimo metalloide nella diagonale viola, accanto al polonio. E “questo la dice lunga”. Silenzio, tocca a me.

Il polonio, lo vedrei bene dalle parti dello iodio. Brava! Dice a me? Far la sbruffona, non conviene, quello se ne accorge subito. Confesso l’associazione mentale. Siamo in ansia per Fukushima Dai-ichi -> l’At 85 è radioattivo -> il polonio pure -> lo iodio satura la tiroide e la protegge. Tant’è che dopo Cernobyl, lo stato francese regalava pillole di iodio ai parigini. Stanno a 13 km dalla centrale nucleare sulla Marna, accanto a Disneylandia, e nel caso di un incidente…

Ricordi personali a parte, un’affinità ci sarebbe davvero. Ma sì, “sotto c’è…?” Una riga vuota.

Sto guardando la tavola periodica “sbagliata”! Io? Pura illazione ( link per anglofoni maggiorenni), come osa…  Googlo. Oh bella. In questa quisotto l’Astato c’è il fantasma dell’elemento 117. Me lo ricordo, una fatica per tappare quel buco. Detto eca-astato, detto ununseptio, detto Uus che pare un errore di battitura. E il lavoro di un italiano ancor più mitico (quiz troppo facile, niente premi) e di altri consente di derivare da quelle degli alogeni precedenti le proprietà dell’Astato, dalle quali consentono di derivarne qualcuna del 117.

Il perché e il percome saranno per la prossima esplorazione, non ho mica il fisico di Indiana Jones.

Bref, data la struttura e il comportamento degli altri alogeni, i tre autori sono: uno teoricamente certo e due”pretty sure” che allo stato solido l’Astato è sia monoatomico che metallico a pressione ambiente. Allo stato gassoso idem, però con la molecola diatomica. Come lo iodio, appunto! Da sola non ci arrivavo, adesso che ci sono il resto è in discesa:

A mo’ di conclusione, prevediamo che in uno stato condensato l’elemento Astato assumerà, non una struttura molecolare…

Suspense.

… bensì una struttura atomica cristallina cubica, a facce centrate,

Devo visualizzare l’austenite, pare che ci somigli.

e sarà un metallo… Pertanto è molto probabile che l’Astato si collocherà nella scia teorica dello iodio (metallico superconduttore, n.d.t.), sebbene a causa della radiazione termica sempre presente, stabilirlo sperimentalmente potrebbe porre alcune sfide interessanti.

Tradotto per il vulgum pecus: quella roba scotta da matti, raffreddarla al punto di farne un condensato è una missione impossibile, Ma gli esperimenti non son fatti nostri, siam dei teorici.

Crediti immagine: DePiep, Wikimedia Commons

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