ECONOMIA – Da un secolo all’altro gli europei hanno guadagnato 11 centimetri in altezza, parola di Timothy J. Hatton professore di economia alla Australian National University e all’University of Essex. Usando dati raccolti dalla metà del 1800 al 1980 emerge che in 15 nazioni europee l’altezza media di un uomo adulto è notevolmente aumentata. Dal momento che, specialmente per le decadi più remote, una delle principali fonti è costituita dai registri militari, e che mancano dati altrettanto numerosi per le donne, questo studio è stato necessariamente limitato al sesso maschile.
È noto che l’aumento di statura nelle popolazioni umane riflette un miglioramento della salute, e l’incredibile “balzo” identificato da Hatton deve quindi corrispondere a importanti cambiamenti nelle condizioni di vita. Quali?
La statura di un individuo dipende da due fattori principali, l’alimentazione e le malattie, e l’interazione tra le due costituisce la nutrizione “netta”. Ad esempio croniche infezioni respiratorie e gastrointestinali nei neonati e nei bambini, inibendo l’assorbimento dei nutrienti, possono rallentare sensibilmente la crescita. Dai dati emerge che il più importante cambiamento nel periodo analizzato non è però l’aumento di disponibilità e qualità di cibo (reddito) ma il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, dedotto dalla riduzione nella mortalità infantile. Sia negli ambienti medici, sia a livello urbano, fino all’interno delle singole dimore si era diffusa, secondo l’interpretazione dell’economista, la consapevolezza di come si sviluppavano le infezioni e di come si potevano contrastare.
Questo spiega anche come mai si osservi una accelerazione nell’incremento di altezza tra le due guerre mondiali, cioè addirittura prima che antibiotici e altre importanti conquiste della medicina diventassero accessibili alla maggioranza della popolazione attraverso i sistemi sanitari.
Crediti immagine: Andrea Pilotti, Flickr