RICERCA – Una zanzara racchiusa nell’ambra che portava nel corpo il contenuto del suo ultimo pasto, a base di sangue di dinosauro, fu l’escamotage scientifico-narrativo che permise la realizzazione di Jurassic Park. Per quanto sia improbabile la creazione di organismi vissuti oltre 65 milioni di anni fa a partire dal pochissimo DNA contenuto nel sangue prelevato dall’insetto, anche il ritrovamento stesso di una zanzara che racchiude al suo interno il sangue di una vittima del passato remoto, sebbene possibile, è un evento estremamente raro: fino ad oggi, infatti, paleontologi, biologi evoluzionisti e amanti della saga di Steven Spielberg attendevano ancora questo avvenimento.
Oggi, però, la prestigiosa rivista PNAS pubblica la prima descrizione di uno straordinario ritrovamento fossile che riguarda un insetto contenente sangue, risalente a circa 46 milioni di anni fa (immagine del fossile). La scoperta colma questa lacuna nel record fossile e mostra inequivocabilmente come le zanzare si nutrissero di sangue già in quel periodo.
Che diverse decine di milioni di anni fa le zanzare femmine fossero già adattate al consumo di sangue è un’ipotesi proposta da tempo, ma finora era basata su testimonianze indirette. Infatti, diversi fossili di questi organismi rinvenuti nei decenni scorsi mostravano possibili adattamenti all’ematofagia, tra cui un apparato boccale utile a succhiare il sangue, oppure venivano associate a tale comportamento a causa delle loro affinità filogenetiche con le attuali specie. Per la prima volta, però, vengono fornite prove certe basate su approfondite analisi di laboratorio, condotte mediante la spettrometria di massa di ioni secondari con analisi dei tempi di volo degli ioni (ToF-SIMS). Nell’intestino dell’insetto è stata infatti rinvenuta senza ombra di dubbio la presenza sia di ferro, elemento molto abbondante nel sangue, che di porfirine, le molecole che costituiscono l’eme, la porzione delle emoglobine responsabili del legame con l’ossigeno. L’intestino della zanzara, insomma, conteneva il sangue della sua ultima vittima.
Per confermare ulteriormente la scoperta, i ricercatori hanno condotto analisi anche su altri distretti corporei della zanzara stessa nonché sull’addome di un maschio rinvenuto nella medesima formazione rocciosa (nel Montana nordoccidentale) senza rilevare alcuna traccia di elementi associabili al sangue.
Dimostrato che il contenuto scuro dell’intestino della zanzara fosse effettivamente sangue, resta purtroppo impossibile risalire all’identità della vittima, dal momento che il DNA si degrada in alcune centinaia di anni: probabilmente, sostengono i ricercatori, l’animale in questione era un uccello o forse un mammifero. In ogni caso, comunque, il sangue non appartiene certamente ad un dinosauro, in quanto questi grossi rettili si estinsero circa 65 milioni di anni or sono. Agli amanti di Jurassic Park non resta che aspettare una futura, più antica, zanzara fossile con il suo prezioso contenuto. Adesso sappiamo che è possibile.
Crediti immagine: US Department of Agriculture, Wikimedia Commons