CRONACA – Quel che si dice un vero e proprio scambio di idee. Secondo la recente scoperta di Renate Schweizer, neuroscienziata del Max Planck Insitute, i cervelli del matematico Carl Friedrich Gauss e del fisico di Gottinga Conrad Heinrich Fuchs, entrambi morti nel 1855 il primo a febbraio e l’altro a dicembre, sarebbero in realtà stati scambiati nelle teche probabilmente già poco tempo dopo la loro morte.
La scoperta è avvenuta inaspettatamente: durante le sue ricerche storiche sul personaggio di Carl Gauss, la Schweizer aveva elaborato la teoria secondo cui il cervello dell’eminente matematico e astronomo tedesco fosse in realtà affetto da una particolare variazione anatomica che si ritrova in meno dell’1% della popolazione, ovvero una divisione visibile della cosiddetta “scissura di Rolando” o “scissura centrale”. Questa ipotesi si basa a sua volta sugli studi compiuti più di 150 anni fa da Rudolf Wagner, un anatomopatologo di Gottinga e amico di Gauss, il quale sezionò il cervello di entrambi gli scienziati – Gauss e Fuchs – prima di analizzarli e pubblicare i risultati tra il 1860 e il 1862.
Tuttavia, le risonanze magnetiche compiute oggi al Planck Institute hanno mostrato sì la variazione anatomica prevista dalla Schweizer, ma non nelle immagini del cervello di Gauss, bensì in quello di Fuchs. A questo punto è bastato recarsi presso Institute of Ethics and History of Medicine di Gottinga per dissipare ogni dubbio: i due cervelli si trovavano ognuno nella teca sbagliata. Secondo la ricercatrice essi furono scambiati subito dopo l’analisi compiuta da Wagner, ma prima che venisse esaminata nuovamente la superficie della corteccia cerebrale dei due scienziati, e non essendoci più state comparazioni successive dei loro cervelli, a nessuno per 150 anni è più saltato all’occhio l’errore.
Così inaspettato, questo risultato ha rappresentato un’importante conferma dell’importanza che le collezioni storiche hanno per la ricerca moderna, oltre a fornire uno slancio significativo per nuovi progetti di ricerca. Il team in cui lavora la Schweizer è infatti interessato a continuare ad analizzare approfonditamente le immagini fornite dalle risonanze magnetiche, per studiare meglio anzitutto il cervello di Fuchs.
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