CRONACA – Dedicarsi regolarmente alla meditazione o ad altri rituali di tipo religioso o spirituale porta a un ispessimento della corteccia cerebrale. Largo alla musica rilassante e agli incensi, dunque, perché secondo gli scienziati potrebbe essere proprio questo il motivo per cui tali pratiche prevengono la depressione clinica, specialmente nelle persone che sono predisposte alla malattia; lo ha spiegato un nuovo studio pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry.
La ricerca, guidata da Lisa Miller dello Spiritual Mind Body Institute alla Columbia University, ha coinvolto 103 adulti; tra questi, basandosi sulla storia familiare, alcuni erano ad alto rischio di incorrere in depressione durante la loro vita. A tutti i partecipanti è stato chiesto quanto valore attribuissero alla religione o alla spiritualità nella loro quotidianità.
Tramite imaging a risonanza magnetica (MRI) gli scienziati hanno potuto osservare un ispessimento della corteccia cerebrale negli individui che avevano dichiarato di dare molta importanza agli aspetti spirituali e religiosi della vita, una modifica che invece non hanno riscontrato negli altri partecipanti dello studio. Inoltre, questo ispessimento si trovava esattamente nella stessa regione cerebrale che negli individui ad alto rischio di depressione è molto più sottile della norma.
Nonostante siano certamente necessarie ulteriori ricerche, spiega Miller, i risultati suggeriscono che la religione e la spiritualità possano proteggere dalla depressione, rendendo più spessa la corteccia cerebrale e impedendo l’assottigliamento che normalmente si verifica in caso di predisposizione alla malattia nella sua forma clinica.
Lo studio mostra per la prima volta questa correlazione così particolare, e “Si riconduce a ricerche precedenti che avevano già verificato il fenomeno, determinando che la corteccia cerebrale si assottiglia in particolari zone del cervello se si è predisposti alla malattia”, conclude Miller. Insieme al suo team, la ricercatrice aveva già scoperto che negli individui che rischiavano di sviluppare la depressione clinica (per storia familiare) si riscontrava un calo dell’incidenza del 90% in coloro che attribuivano grande importanza alla spiritualità.
Crediti immagine: Giulio Bernardi, Flickr