AMBIENTE – Ore 7.30: suona la sveglia. Prendete un caffè al volo, vi infilate i vostri jeans preferiti e correte in ufficio. A metà mattina, per placare i morsi della fame sgranocchiate una barretta di cioccolato. Ecco, senza rendervene conto, avete già consumato più di 10.000 litri d’acqua. Non è possibile, direte. Invece sì. Avete consumato l’acqua “nascosta”, cioè quella che è presente nelle cose senza che ce ne rendiamo conto.
È stato il professor John Anthony Allan del King’s College London a introdurre per primo, nel 1993 , il concetto di acqua virtuale per indicare il volume di acqua necessario per produrre un qualsiasi bene o servizio, dal cibo che mangiamo ai vestiti che indossiamo.
Quindi, ogni giorno, ai 2-3 litri di acqua che consumiamo bevendo, vanno aggiunti da 1.500 a 4.500 litri di acqua virtuale a seconda delle nostre scelte alimentari. E se bevete acqua in bottiglia, ricordatevi – come sottolinea Stephen Emmott – che occorrono 4 litri d’acqua per produrre la bottiglia di plastica da cui state bevendo.
L’utilizzo dell’acqua sta crescendo molto rapidamente, non solo perché la popolazione continua ad aumentare, ma soprattutto perché consumiamo e sprechiamo sempre di più. Se nel 1900 il consumo di acqua era intorno ai 600 chilometri cubi all’anno e la popolazione mondiale era di poco inferiore ai 2 miliardi, nel 2025, quando raggiungeremo gli 8 miliardi di persone, consumeremo almeno 6000 chilometri cubi all’anno. Troppi.
Pensateci quando scegliete che cosa mangiare. E soprattutto, prima di gettare qualcosa in pattumiera calcolate quanta acqua state sprecando.