CULTURA

LIBRI – Sportivi ad alta tecnologia

1903448_10200522969955288_794267066_nCULTURA – Subito dopo l’argento vinto a Sochi nella prova di discesa libera lo sciatore altoatesino Christof Innerhofer ha detto ai cronisti di Sky Sport: “Contano i dettagli e stavolta li ho azzeccati tutti”. Sono proprio i dettagli che lo hanno portato sul secondo gradino del podio, a 6 centesimi di ritardo dall’oro dell’austriaco Matthias Mayer e a 4 in anticipo dal bronzo del norvegese Kjetil Jansrud. Dettagli, appunto: frutto di bravura, allenamento, tecnica, tenacia, anni di preparazione, freddezza, forma psicofisica, fortuna. Anche tecnologia, tanta tecnologia: è ciò che raccontano Nunzio Lanotte, ingegnere e consulente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) per lo sviluppo di nuove tecnologie, e Sophie Lem, laureata in legge e specializzata in opere scientifiche nel libro Sportivi ad alta tecnologia. La scienza che aiuta a costruire i campioni, edito da Zanichelli.

In alcuni sport come automobilismo, motociclismo e vela è palese l’apporto della tecnologia, al punto che essa rappresenta anche un aspetto primario della competizione. Ma non di soli motori si parla quando si associano sport e tecnologia: lo sci è appunto uno sport in cui il contributo dell’innovazione è prezioso. A partire proprio dai ferri del mestiere, gli sci: di origine antica, gli sci sono oggi un concentrato di ricerca ingegneristica, dalla forma ai materiali. Proprio i materiali sono un frontiera centrale nel legame fra sport e innovazione: ne sono un esempio il ciclismo e la ricerca per la realizzazione dei telai delle biciclette. Anche nel nuoto questa ricerca è molto attiva. Qualche anno la Federazione Internazionale del Nuoto (FINA) vietò ai nuotatori di indossare dei costumi di ultima generazione, i cosiddetti “supercostumi”, poiché ritenuti troppo vantaggiosi. Grazie a quei costumi numerosi record furono polverizzati alle Olimpiadi di Pechino del 2008: in quel caso si parlò addirittura di “doping tecnologico”.

Non solo sport individuali: anche gli sport di squadra hanno beneficiato dell’impatto della tecnologia. Ne sono un esempio i sempre più sofisticati sistemi informatici per la mappatura delle prestazioni degli atleti di una squadra: le analisi di partite e allenamenti (match analysis) sono fornite da un sistema di motion tracking system che richiede dalle 6 alle 16 telecamere digitali in grado di fornire praticamente in tempo reale un’enorme mole di dati, sia a livello di squadra sia individuale. Dati preziosi per seguire la salute e lo stato di forma di ciascun atleta, permettendo così di progettare allenamenti sempre più precisi e mirati al fine di, per esempio, correggere piccoli movimenti errati, migliorare la brillantezza muscolare o gestire bene i tempi di recupero da un infortunio. Questi sistemi di studio dell’atleta, dei suoi movimenti e dei suoi parametri fisiologici è naturalmente in uso anche negli sport individuali di cui si è parlato sopra: studiare i movimenti e le posizioni con cui si affronta una porta in uno slalom di sci può essere proprio uno di quei dettagli che, come diceva Innerhofer, portano una medaglia.

Il libro di Lanotte e Lem fornisce un quadro sintetico ed efficace dello stato dell’arte della tecnologia nello sport di oggi, aiutando anche a mettere a fuoco il ruolo dei cosiddetti “scienziati dello sport”, che lavorano dietro le quinte fornendo un supporto ormai irrinunciabile per gli atleti. L’asticella della sfida che lo sport pone all’innovazione si alza costantemente, fornendo sempre nuovi e stimolanti orizzonti di ricerca. Senza contare poi l’aspetto più ludico e imprevedibile dello sport: per rimanere in tema di medaglie olimpiche e di dettagli azzeccati, come non citare lo strano caso di Steven Bradbury alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002? Guardare per credere!

 

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.